Masbedo – Daily Routine<\/figcaption><\/figure>\nMa allora vale la pena spendere tutti quei soldi per comprarne una?<\/strong><\/p>\nIl dibattito \u00e8 aperto perch\u00e9 ci si chiede: Se mettiamo tutto il materiale online, quali saranno le conseguenze?<\/em> Per esempio, io ho un archivio, non come lei che ha migliaia di meravigliosi video anche degli anni \u201960, \u201970 e \u201980. Per\u00f2 se tu garantisci che quelle edizioni le puoi vedere online senza scaricarle, allora lo puoi anche fare. Ma devono essere protette, altrimenti non \u00e8 pi\u00f9 un\u2019opera d\u2019arte perch\u00e9 solo il proprietario deve avere quella autentica.<\/p>\nPer\u00f2 \u00e8 anche vero il contrario.<\/strong><\/p>\nCerto, se ho comprato un\u2019opera e me la metto nel mio salotto come un quadro, se so che c\u2019\u00e8 online, ne comprer\u00f2 poi un\u2019altra? Non abbiamo una linea unica su questo. Il fatto \u00e8 che un video d\u2019arte lo vedi di pi\u00f9 se viene messo in un circuito online.<\/p>\n
\nE le donne? Come si inseriscono?<\/strong><\/p>\nLe artiste ormai sono tante anche nella video arte. Io per esempio ho conosciuto artiste come Cristina Lucas che ha fatto un meraviglioso video presentato al Manifesto di Palermo. Dal MiArt, alle fiere in Messico, a quelle di New York, Basilea, Venezia: esiste un mondo di artiste<\/p>\n<\/blockquote>\nSilvia Giambrone – Domestication<\/figcaption><\/figure>\nNella produzione in quante siete?<\/strong><\/p>\nQui \u00e8 molto difficile fare una valutazione su quante produttrici ci siano nel mondo dell\u2019arte contemporanea. Ci sono sicuramente molte fondazioni, anche musei, gallerie che promuovono video arte e con molte donne che ci lavorano.<\/p>\n
Avete un peso, un potere? Vi siete affermate? <\/strong><\/p>\nSuccede quello che accade in tutti i campi. A livello globale sappiamo che le donne sono meno pagate, hanno dei ruoli pi\u00f9 difficili. Sappiamo a cosa possono andare incontro in un colloquio di lavoro. Questo secondo me \u00e8 in tutto il mondo del lavoro, non ci sono molte differenze.<\/p>\n
La difficolt\u00e0 quindi \u00e8 trasversale?<\/strong><\/p>\nS\u00ec, non credo ci sia molta differenza per le donne artiste. Per\u00f2 credo che nel mondo dell\u2019arte le donne possano aspirare a essere libere di avere lo stesso peso degli uomini. Certo, come sempre le donne hanno pi\u00f9 difficolt\u00e0 ad affermarsi, a trovare una galleria che le sostenga, a trovare musei che le espongano. Per\u00f2 non c\u2019\u00e8 una discriminazione cos\u00ec forte come in altri campi. In questo c\u2019\u00e8 un po\u2019 pi\u00f9 di equilibrio.<\/p>\nJanis Rafa – Lacerate<\/figcaption><\/figure>\nIn Italia abbiamo un problema con gli artisti che hanno poco sostegno, quasi annullato con il Covid. Lei che ne pensa?<\/strong><\/p>\nQuesto \u00e8 un aspetto drammatico. Ho visto i miei amici artisti bloccati, con tutte le produzioni ferme. Ed \u00e8 pensando a questo che \u00e8 nata l\u2019idea di “Mascarilla 19”. Mi sono detta: Io che lavoro in questo mondo, che posso fare in questo momento sia per le donne vittime di violenza, sia per gli artisti che sono fermi?<\/em><\/p>\nChe cos\u2019\u00e8 Mascarilla 19?<\/strong><\/p>\nUn giorno ho letto su un giornale di questo codice adottato in Spagna per le donne vittime di violenza che non potevano scappare con il lockdown e che, pronunciando questa parola in farmacia, avrebbero potuto avere aiuto. Cos\u00ec ho pensato: Come \u00e8 possibile che s\u2019inventi un codice per aiutare le donne a trovare uno stratagemma per chiede aiuto?<\/em> E mi sono resa conto che la pandemia ha creato una doppia violenza, una trappola mortale.<\/p>\n\ncos\u2019\u00e8 la violenza sulle donne?<\/strong><\/p>\nIo credo che il problema non sia soltanto l\u2019uomo che strangola, soffoca, uccide la partner. Ma che ci sia un problema profondo di cultura. Per cui serve un lavoro profondo di educazione, perch\u00e9 la pena, secondo me, non \u00e8 un deterrente sufficiente<\/p>\n<\/blockquote>\nPaola Ugolini<\/figcaption><\/figure>\nBeatrice Bulgari, cosa bisogna fare di preciso?<\/strong><\/p>\nSradicare i concetti patriarcali, educare attraverso le scuole e i libri. Ma anche attraverso un film, un\u2019opera d\u2019arte come quelle che abbiamo fatto noi, aprendo lo sguardo non solo sulla cronaca ma a livello pi\u00f9 profondo, intimo, qualcosa che ti suggerisce anche se non ti fa vedere in maniera immediata.<\/p>\n
Stimolando immagini inconsce?<\/strong><\/p>\nS\u00ec, perch\u00e9 penso che l\u2019arte abbia questo compito. Si pu\u00f2 fare una denuncia anche con un meraviglioso film di dieci minuti, poetico, che ha la capacit\u00e0 di entrare dentro.<\/p>\n
Come si presenta Mascarilla 19?<\/strong><\/p>\nSono 8 film creati sia da uomini che da donne dove ognuno ha espresso il suo punto di vista. E sono artisti e artiste provenienti da tutto il mondo<\/p><\/blockquote>\n
Aver coinvolto uomini e donne ha creato squilibri?<\/strong><\/p>\nIn che senso?<\/p>\n
Voglio dire: gli artisti uomini hanno cercato di rendere il punto di vista della sopravvissuta e mai il punto di vista dell\u2019offender, mentre nessuna artista ha lavorato sul punto di vista dell\u2019offender maschile. Ve lo siete posti come problema?<\/strong><\/p>\n\u00c8 una domanda interessante, perch\u00e9 quando abbiamo pensato di chiedere a otto artisti, non abbiamo pensato solo alle artiste, non ci siamo detti: Chiamiamo le donne o gli uomini?<\/em> L\u2019idea \u00e8 stata creata insieme ai curatori, che sono Leonardo Bigazzi, il direttore artistico, con Alessandro Rabottini e soprattutto Paola Ugolini che ci ha molto guidati in questa avventura in quanto esperta di genere nell’arte.<\/p>\nAdrian Paci – Vedo rosso<\/figcaption><\/figure>\nQual \u00e8 stato il criterio di scelta?<\/strong><\/p>\nCi siamo chiesti: Chi potrebbe essere un artista che ha quello sguardo, quella la sensibilit\u00e0 per poter interagire con questo problema?<\/em> Abbiamo fatto una selezione di quelli che secondo noi potevano essere pi\u00f9 affini come linguaggio, e li abbiamo chiamati.<\/p>\nEva Giolo – Flowers bollming in our throats<\/figcaption><\/figure>\nE il risultato?<\/strong><\/p>\nC\u2019\u00e8 stato uno sguardo, anzi otto sguardi totalmente diversi, in un approccio anche d’indagine. E il messaggio, anche se subliminale, arriva attraverso altri modi. A noi non interessava registrare fatti di cronaca, ma cosa si muove sotto quei fatti. Cosa evoca.<\/p>\n
Gli artisti cosa dicono?<\/strong><\/p>\nTutti hanno detto che un tema cos\u00ec specifico, su commissione, non lo avevano mai avuto in tutta la loro carriera di artista.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
\u00c8 stato presentato al Maxxi di Roma e al Castello di Rivoli di Torino, e prossimamente sar\u00e0 a Palazzo Grassi di Venezia. \u00c8 \u201cMascarilla 19. Codes of Domestic Violence\u201d ideato e prodotto da Beatrice Bulgari che ha voluto portare la violenza domestica nella video arte contemporanea con 8 punti di vista tra artisti e artiste […]<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":16973,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[1724],"tags":[1996,1998,1994,1995,1997,1663],"yoast_head":"\n
Beatrice Bulgari, una donna al comando dell'arte visuale - DonnexDiritti<\/title>\n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n