{"id":14931,"date":"2021-03-03T09:00:11","date_gmt":"2021-03-03T08:00:11","guid":{"rendered":"https:\/\/donnexdiritti.com\/?p=14931"},"modified":"2021-03-03T10:35:54","modified_gmt":"2021-03-03T09:35:54","slug":"perche-ancora-oggi-le-donne-vengono-generate-dal-desiderio-maschile","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2021\/03\/03\/perche-ancora-oggi-le-donne-vengono-generate-dal-desiderio-maschile\/","title":{"rendered":"Perch\u00e9 le donne vengono ancora determinate dal desiderio maschile"},"content":{"rendered":"

L’origine del “pomo della discordia” si perde nella notte dei tempi, in uno di quegli immortali miti greci che hanno fondato un immaginario arrivato fino a noi e che a loro volta si fondavano sugli assunti culturali e sull\u2019assetto sociale del patriarcato. Narra il mito, come Omero riporta, che tre dee – Era, Atena e Afrodite – litigavano furiosamente su chi tra loro fosse la pi\u00f9 bella.<\/strong> A dirimere la contesa venne chiamato Paride, figlio del re Priamo: tra la materna, la sapiente e la seduttiva egli scelse la terza.<\/p>\n

\"\"<\/p>\n

A lei don\u00f2 la mela d\u2019oro (il pomo della discordia appunto)<\/strong> che consacrava la vittoria: un giudizio che ebbe conseguenze funeste, poich\u00e9 ne deriv\u00f2 la guerra di Troia. Mettiamo in fila alcune considerazioni. Il tema: che cosa si chiede a una donna? Per occupare uno spazio contrassegnato come \u201cfemminile\u201d la bellezza \u00e8 il dazio da pagare.<\/strong> Millenni dopo l\u2019avrebbe annotato Simone de Beauvoir.<\/p>\n

La causa? Si sa, le donne non sono solidali tra loro, ciascuna vede nell\u2019altra una rivale: perfino sull\u2019Olimpo. Le conseguenze? Si sa, le donne portano guai<\/p><\/blockquote>\n

La pagana Pandora e l\u2019ebraica Eva sono l\u00ec a testimoniarlo. La scelta del giudice? Un fragile mortale \u00e8 chiamato a giudicare addirittura delle dee immortali. Questo enorme esercizio di potere gli viene conferito grazie a una sola caratteristica: \u00e8 un uomo.<\/p>\n

\"\"
Carla Lonzi<\/figcaption><\/figure>\n

\u201cDa sempre il vero successo di s\u00e9 la donna lo pone nel riconoscimento maschile\u201d<\/strong> (Carla Lonzi, \u201cTaci anzi parla\u201d). Se n\u2019era accorto anche un maschio, Pierre Bourdieu, che ne \u201cIl dominio maschile\u201d scriveva: \u201cLe donne esistono innanzitutto per e attraverso lo sguardo degli altri, cio\u00e8 in quanto oggetti attraenti, accoglienti, disponibili<\/strong>: e la pretesa femminilit\u00e0 non \u00e8 spesso altro che una forma di compiacenza nei confronti delle attese maschili, reali o supposte\u201d.<\/p>\n

\"\"
Mary Wollstonecraft<\/figcaption><\/figure>\n

Non era un\u2019osservazione nuova. Gi\u00e0 nel 1792 Mary Wollstonecraft (\u201cVindication of the rights of women\u201d) aveva affermato che la causa della debolezza femminile deve essere individuata in un\u2019educazione che procede inducendo le donne ad assomigliare all\u2019immagine che gli uomini hanno di loro.<\/strong> Un dominio per durare deve infatti essere interiorizzato dai\/dalle dominati\/e. Il potere si inscrive durevolmente nei corpi. L\u2019auto-oggettivazione \u00e8 il processo chiave mediante il quale donne e ragazze hanno imparato a pensare a se stesse come a oggetti dello sguardo e del desiderio altrui,<\/strong> quasi compiacendosi dello svalutarsi al ruolo di comparse in un copione in cui altri sono eroi (\u201cun passo indietro\u201d).<\/p>\n

\"\"
Pierre Bourdieu<\/figcaption><\/figure>\n

Quanto tempo, quanto dolore prima che ce ne accorgessimo, annichilite com\u2019eravamo dai meccanismi inventati per evitarlo. Impedirci di studiare e perfino di leggere, relegarci negli spazi angusti delle case,<\/strong> costruire leggi e religioni discriminatorie in nome di Dio, darci precetti morali e punizioni pi\u00f9 stringenti, nei casi estremi bruciarci sul rogo, e intanto i maschi si esaltavano della propria forza fisica esorcizzando il potere misterioso, potenzialmente destabilizzante, di chi \u00e8 in grado di riprodurre la vita.<\/p>\n

Marginale, inferiore, discriminata, esclusa, assente, invisibile \u00e8 stata per millenni la met\u00e0 dell\u2019umanit\u00e0<\/p><\/blockquote>\n

\"\"Cos\u00ec ce l\u2019hanno restituita la storia, le tradizioni, i costumi; cos\u00ec si esprimono ancora linguaggi nati in epoche lontane, che i figli e le figlie del nuovo millennio assorbono per osmosi. La polarizzazione sessuale \u00e8 uno degli impegni sociali pi\u00f9 intensi e pi\u00f9 persistenti. La violenza non \u00e8 solo fisica. C\u2019\u00e8 una violenza simbolica, insidiosa perch\u00e9 invisibile, \u00a0nell\u2019interiorizzazione di un\u2019immagine di s\u00e9 dettata da uno sguardo esterno<\/strong> che ispeziona, valuta, giudica. Riappropriarsi dello sguardo e costruire di conseguenza un\u2019autodeterminazione femminile significa rimettere in discussione la posizione degli esseri umani nel mondo, ossia scompaginare un assetto millenario. Ogni essere umano sa che esistono i generi ma sono state le donne a individuarne la parzialit\u00e0 come mappa attraverso cui leggere la realt\u00e0.<\/strong><\/p>\n

\"\"Non l\u2019hanno definita come lo specchio delle differenze tra i due sessi, bens\u00ec come il sapere che stabilisce quali significati siano da attribuire a tali differenze. Per farlo si sono dovute guardare dentro<\/strong>, capire quanto l\u2019educazione, i pensieri indotti, le ingiunzioni silenziose avessero inciso sulle loro identit\u00e0. Non si tratta solo di colmare un\u2019assenza ma di riesaminare criticamente premesse e parametri di un\u2019intera cultura che trasforma le differenze in disuguaglianze.<\/strong> Che questo faccia una gran paura, ormai lo sappiamo. Nel nostro mondo ce lo dimostrano non soltanto le grandi manifestazioni (criticarle per fortuna in Occidente non \u00e8 pi\u00f9 politically correct<\/em>) ma cose apparentemente pi\u00f9 piccole per cui per\u00f2 la reazione \u00e8 rabbiosa, a dimostrazione di quanto contino. Dentro la quotidianit\u00e0 allignano i pregiudizi, gli stereotipi, i luoghi comuni, gli schemi cognitivi,<\/strong> i condizionamenti che frenano il cambiamento.<\/p>\n

Un unico universo simbolico ha colonizzato le vite di tutti razionalizzando, giustificando e dando per naturale e indiscutibile, un evidente squilibrio di potere<\/p><\/blockquote>\n

\"\"Lavorare sulla lingua \u2013 ci\u00f2 che ci differenzia dagli altri animali – significa lavorare sulla struttura del pensiero.<\/strong> Il maschile grammaticale (un esempio che sembra minimo e non lo \u00e8) quando assume forma neutra nel presupposto di essere universale presenta l\u2019uomo come la norma: contro la statistica, contro la logica, contro la realt\u00e0.<\/strong> Non vedere quanto sia assurdo dire normalmente \u201cmaestra\u201d ma rifiutarsi di dire \u201cministra\u201d significa affermare (senza avere il coraggio di ammetterlo) che a una donna si addice un lavoro di cura, non una posizione di potere. Gli uomini ancora parlano sentendosi protetti dai ruoli che storicamente hanno assunto nella dimensione sociale,<\/strong> dietro saperi che pretendono neutri: la politica, il diritto, l\u2019economia, le lettere, le arti, la storia, la scienza stessa.<\/p>\n

Come hanno notato gli autori dei men\u2019s studies<\/em>, delle donne si parla \u201cin quanto donne\u201d (questione femminile), mentre degli uomini \u201cin quanto uomini\u201d non si parla mai<\/p><\/blockquote>\n

\"\"Mentre i programmi scolastici continuano a rinnovare questa pretesa, la realt\u00e0 di chi fa scuola si confronta quotidianamente con le domande sulle trasformazioni dei ruoli di genere e con la necessit\u00e0 di impostare organicamente il tema delle relazioni tra donne e uomini nel tempo e nello spazio, finora invisibile.<\/strong> Interrogare l\u2019apparente naturalezza delle strutture sfidandole dove esse si radicano e si nascondono non \u00e8 solo un efficace contrasto alla discriminazione ma un potente addestramento al senso critico<\/strong>. \u00c8 in questo spazio che si manifesta la capacit\u00e0 di un\u2019azione individuale e collettiva per un cambiamento che non incida solo in superficie.<\/p>\n

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