{"id":14598,"date":"2020-04-01T08:00:59","date_gmt":"2020-04-01T06:00:59","guid":{"rendered":"https:\/\/donnexdiritti.com\/?p=14598"},"modified":"2021-03-03T07:02:52","modified_gmt":"2021-03-03T06:02:52","slug":"coronavirus-battuta-darresto-anche-per-i-diritti-delle-donne-nello-sport","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2020\/04\/01\/coronavirus-battuta-darresto-anche-per-i-diritti-delle-donne-nello-sport\/","title":{"rendered":"Coronavirus: brusca frenata per i diritti delle donne nello sport"},"content":{"rendered":"
Nel momento in cui il calcio brilla anche questa volta per insensibilit\u00e0, il Covid \u00e8 riuscito a spegnere ogni luce e ogni attenzione sulla corsa a ostacoli dei diritti delle donne nello sport. La situazione in Italia, ormai nota a molti, prevede che allo stato attuale nessuna donna possa accedere alla Legge dello Stato sul professionismo sportivo, la L.91 del 1981.<\/strong><\/p>\n La Legge, vecchissima e studiata per governare i soldi a fiumi del calcio, prevede infatti che a decidere quali discipline sportive possano fare dei propri atleti e atlete dei \u201cprofessionisti\u201d siano le Federazioni Sportive Nazionali. E, allo stato attuale, solo Calcio, Basket, Cicilismo e Golf hanno chiesto e ottenuto di consentire l\u2019accesso alla legge e quindi al professionismo. Con un piccolo dettaglio: lo hanno chiesto solo per le discipline maschili. <\/strong>Succede quindi che il calcio fino alla Lega Pro, il basket di A1, il ciclismo si strada e il golf consentano ai propri tesserati uomini di avere diritti e doveri sanciti dalla Legge. Alle \u201comologhe\u201d atlete donne, no. Per loro: accontentarsi del dilettantismo e pedalare, please<\/em>.<\/strong> In questo scenario un po\u2019 desolante per\u00f2, qualcosa si muoveva e qualcosa di importante si era anche mosso.<\/p>\n tra gli obiettivi raggiunti da Assist, l’Associazione Nazionale Atlete, c’\u00e8 l’aver sollevato il problema delle discriminazioni delle atlete in tutto lo sport italiano a livello nazionale<\/p><\/blockquote>\n Prima tema ritenuta l\u2019impuntatura di poche femministe, oggi tema noto e sostenuto dall\u2019opinione pubblica. Inoltre, traguardo importante, l\u2019aver ottenuto un \u201cpalliativo\u201d per tutelare le atlete in stato di maternit\u00e0.<\/strong> Un risultato non certo pienamente soddisfacente, ma che ha dato una grande mano ad abbattere lo stereotipo secondo cui l\u2019attivit\u00e0 di alto livello e la maternit\u00e0 non siano compatibili. Il \u201cpalliativo\u201d di cui parlo \u00e8 inoltre un grande aiuto concreto alle donne che nel corso della loro carriera sportiva vogliano avere un figlio: \u00e8 il \u201cFondo a sostegno delle maternit\u00e0 delle atlete\u201d, cui possono accedere le sportive che hanno un contratto con un\u2019associazione sportiva, da cui ricevono un reddito prevalente.<\/strong><\/p>\n Alle richiedenti viene assegnato un contributo di mille euro al mese per 10 mesi e a erogarlo \u00e8 l\u2019Ufficio autonomo dello Sport che per il Ministero coordina la gestione delle risorse e del fondo<\/p><\/blockquote>\n Avere questo fondo, peraltro statale e non \u201csportivo\u201d, ha un valore simbolico davvero grande: significa finalmente fare qualcosa di concreto per abbattere infondate e resistenze meramente \u201csub-culturali\u201d che hanno per molto tempo impedito alle atlete di considerare anche solo la possibilit\u00e0 di poter essere madri, senza interrompere carriera e guadagni. Assist oltre 20 anni fa aveva denunciato le \u201cclausole anti-maternit\u00e0\u201d che erano costantemente presenti, nero su bianco, nelle scritture private tra atlete e Club,<\/strong> e che chiarivano come il \u201ccontratto\u201d venisse risolto unilateralmente se l\u2019atleta fosse restata incinta.<\/p>\n Le denunce delle atlete sono state su questo punto sempre troppo poche, fin quando proprio Assist, nel 2015, non ha lanciato la campagna \u201cMaternit\u00e0 e atlete: game over\u201d e oltre 200 atlete di alto livello vi hanno preso parte. Tra loro una giocatrice di basket di A1, Lavinia Santucci, che dichiar\u00f2: \u201cQuando i nostri procuratori ci trovano squadra ci fanno sempre questa raccomandazione: due cose non devi fare, finire in galera e restare incinta\u201d.<\/strong> Oggi la forza simbolica di un contributo dello Stato fa da testa d’ariete per scardinare questa pessima abitudine e arrivare a un successivo fondamentale passo: il riconoscimento del lavoro sportivo e quindi del professionismo alle donne e a chiunque faccia dello sport il proprio lavoro.<\/strong> Attendiamo di tornare alla normalit\u00e0, per ricominciare a combattere.<\/p>\n <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Nel momento in cui il calcio brilla anche questa volta per insensibilit\u00e0, il Covid \u00e8 riuscito a spegnere ogni luce e ogni attenzione sulla corsa a ostacoli dei diritti delle donne nello sport. La situazione in Italia, ormai nota a molti, prevede che allo stato attuale nessuna donna possa accedere alla Legge dello Stato sul […]<\/p>\n","protected":false},"author":20,"featured_media":14651,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[17],"tags":[],"yoast_head":"\n