{"id":14596,"date":"2021-03-03T05:36:15","date_gmt":"2021-03-03T04:36:15","guid":{"rendered":"https:\/\/donnexdiritti.com\/?p=14596"},"modified":"2021-03-03T07:10:39","modified_gmt":"2021-03-03T06:10:39","slug":"orange-is-the-new-black-la-prigione-come-rappresentazione-della-condizione-femminile","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2021\/03\/03\/orange-is-the-new-black-la-prigione-come-rappresentazione-della-condizione-femminile\/","title":{"rendered":"La dura prigione come metafora della vera condizione femminile"},"content":{"rendered":"

“Sorvegliare e punire”, s’intitola cos\u00ec uno dei testi pi\u00f9 importanti di Michel Foucault, e non ci sono altri due infiniti pi\u00f9 sensati per descrivere la condizione a cui sono costrette le detenute di Litchfield, le protagoniste della serie “Orange is the New Black”<\/strong> (2013-2019), composta da sette stagioni, ideata da Jenji Kohan e tratta dalle memorie di Piper Kerman (“Orange Is the New Black: My New Year in a Women\u2019s Prison”, 2010)<\/em>. Perch\u00e9 Piper, protagonista della serie, e le altre sue compagne di prigione vengono appunto sorvegliate e punite dai loro carcerieri in queste quattro mura. Appare evidente fin da subito che<\/p>\n

Orange<\/em> non \u00e8 soltanto un racconto di prigione, un dramedy<\/em> che rappresenta la comunit\u00e0 carceraria, fragile, instabile, perch\u00e9 \u00e8 anche e soprattutto una narrazione al femminile fatta da donne<\/p><\/blockquote>\n

E tutto sta proprio in quel titolo foucaultiano attraverso cui si comprende la natura metaforica del testo seriale. Le detenute sono donne normali e la loro esistenza, mettendo tra parentesi le tute arancioni e i reati commessi, diventa metafora della vita di ciascuna di noi, delle storture, delle gioie, dei drammi e delle violenze subite.<\/strong><\/p>\n

\"\"Sembra quasi paradossale, eppure ci\u00f2 che avviene dentro, in carcere, ha le stesse funzioni, vive degli stessi sistemi del fuori. Le carcerate sono oggettivizzate in quanto organi sessuali (\u201cfighette\u201d o \u201cfighe\u201d, come vengono chiamate in continuazione), desiderate non in quanto donne ma in quanto \u201cpura fica\u201d: concetto che ricorda al maschio che lui \u00e8 tale. Le donne devono accettare le regole imposte, subire ogni tipo di prevaricazione, farsi toccare per le perquisizioni.<\/strong> Anche quelle che ricoprono ruoli di \u201cpotere\u201d omologhi agli uomini non sono esenti da uno stato d’inferiorit\u00e0, sono meno considerate dai colleghi come se su di loro pendesse una maledizione a cui non riescono a sottrarsi e quando hanno ruolo di superiore gli uomini lo patiscono, diventando insicuri.<\/p>\n

\u00c8 interessante analizzare il linguaggio che gli uomini usano e con cui dimostrano la loro superiorit\u00e0, i loro pieni poteri rispetto al Secondo Sesso<\/em>, prendendo in prestito Simone de Beavoir. \u201cStai qui, ferma e zitta\u201d, dice l\u2019agente Coates a Pennsatucky mentre la violenta<\/strong> convinto di fare ci\u00f2 che anche lei desidera tanto da continuare la frase dicendo: \u201cera questo che volevi\u201d.<\/p>\n

Qui gli uomini credono di avere a che fare con donne sempre \u201caffamate\u201d, desideranti, e di poter fare loro ci\u00f2 che ritengono la norma: l’uomo diventa cacciatore e la donna l’inevitabile preda<\/p><\/blockquote>\n

Coates e Pennsatucky rappresentano uno schema ben preciso: lui, il cacciatore che prende la donna intesa come territorio da possedere, che vive un problema della virilit\u00e0 umiliata (l\u2019uomo era stato appena ripreso dal suo capo per un ritardo) e quindi una distorta concezione di desiderio; lei tutte le donne violate che scusano il carnefice pensando di meritarsi lo stupro (\u201cQuello che ci succede ce lo meritiamo\u201d).<\/p>\n

\"\"<\/p>\n

Tute, restrizioni, regole acquistano il valore di accessori di una storia pi\u00f9 grande<\/strong>: si \u201cdiscorsivizzano\u201d le paure, le tensioni, i soprusi subiti dalle donne di ogni epoca, colore, religione, et\u00e0.<\/strong> “Orange is the New Black” \u00e8 teoria della femminilit\u00e0, studio dell\u2019essere donna attraverso la storia, in parte di Piper, ma soprattutto delle altre detenute, che lungo il corso delle sette stagioni, prendono il sopravvento sulla bionda protagonista, diventando magma silenzioso e arrabbiato, vivo e vitale di una mistica complessa e affascinante che va dall\u2019analisi del rapporto con se stesse a quello con l\u2019altro sesso,<\/strong> un maschio spesso nemico, carceriere appunto, inetto, codardo e ninfomane, fino ad arrivare a quello con la societ\u00e0 e quindi con il mondo. Healy (con Piper e Red), Pornobaffo (con Daya), Bennet (con Daya) desiderano, inseminano, molestano le detenute rendendole fantocci privi di identit\u00e0.<\/p>\n

\"\"\u201cLe donne non si ribellano\u201d dice a una collega e compagna, un poliziotto in uno degli episodi della quarta stagione e fin da questa citazione si pu\u00f2 ben comprendere quale sia l\u2019opinione che il maschio ha della donna. \u00c8 una questione di potere dunque che gli uomini hanno e usano per colpire chi li sminuisce, sfida, mette da parte, irride: si sentono colpiti non tanto per ci\u00f2 che viene fatto loro ma perch\u00e9 quelle donne li svirilizzano<\/strong>; \u00e8 quindi uno scontro fra generi, l\u2019uno che dovrebbe essere incube e l\u2019altro che dovrebbe essere succube. A ogni gesto femminile giudicato dal maschio fuori dalla regola corrisponde una perquisizione umiliante e denigratoria, un discorso paternalistico e sessista, una prevaricazione fisica fino ad arrivare alle violenze.<\/p>\n

Orange<\/em> mette in scena una rappresentazione della storia del femminismo, delle sue lotte, delle rinnovate consapevolezze e della scoperta della propria importanza e individualit\u00e0<\/p><\/blockquote>\n

Un racconto di emancipazione attraverso le stazioni necessarie di una laica via crucis<\/em>. Prima c\u2019\u00e8 il silenzio, il mantenimento del cosiddetto status quo<\/em> perch\u00e9 alle donne \u00e8 stato insegnato ad abbassare la testa e accettare, poi c\u2019\u00e8 la comprensione di ci\u00f2 che non va e la percezione di qualcosa che brucia sotto la cenere (\u201cIo mi rifiuto di essere invisibile\u201d, \u201cVoglio guadagnarmi dei soldi miei\u201d), ed ecco la rivolta che viene sedata con la forza e stigmatizzata mettendo doppi legacci alle ribelli, <\/strong>per finire in una maturazione interiore e politico\/sociale che rende le donne pi\u00f9 capaci di rispondere al maschio.<\/p>\n

\"\"\u00c8 proprio durante gli scontri, le umiliazioni pi\u00f9 aberranti e pi\u00f9 violente che si crea quella sorellanza che \u00e8 propria del movimento femminista, \u00e8 proprio l\u2019unione delle donne che nonostante le differenze sociale, razziali, generazionali fanno fronte comune e si fanno scudo l\u2019una dell\u2019altra.<\/strong> Poco importa se Red \u00e8 russa e Piper americana, poco importa se Morello \u00e8 italo-americana e Nicky una ricca figlia della Grande Mela: sono tutte anime di un unico Noi, solidale, che sa, prova\/ha provato le stesse cose almeno una volta e proprio per questo ciascuna \u00e8 pronta ad accogliere, sostenere, appoggiare l\u2019altra.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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