{"id":14317,"date":"2021-03-03T06:30:54","date_gmt":"2021-03-03T05:30:54","guid":{"rendered":"https:\/\/donnexdiritti.com\/?p=14317"},"modified":"2021-03-03T07:07:53","modified_gmt":"2021-03-03T06:07:53","slug":"arte-e-attivismo-larte-di-marinella-senatore","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2021\/03\/03\/arte-e-attivismo-larte-di-marinella-senatore\/","title":{"rendered":"Arte e attivismo tra performance e politica femminista on the road"},"content":{"rendered":"

Dal 1977 la mia vita \u00e8 stata punteggiata dalle manifestazioni, dai pugni alzati e da una vertigine di libert\u00e0 e di euforia irripetibile. Con una moltitudine di ragazze ho alzato le mani in alto sulla testa con i pollici e gli indici uniti in un gesto fortemente simbolico e ormai scomparso. Sono passati molti anni e il mio attivismo si \u00e8 rarefatto ma per fortuna il popolo, questa entit\u00e0 costituita dalle linee di demarcazione che implicitamente, o esplicitamente stabiliamo, continua a scendere in piazza.<\/strong><\/p>\n

\"\"Fra la fine del 2010 e il 2011 comincia la primavera araba, i giovani protestano contro l\u2019assenza di libert\u00e0 individuali, la violazione dei diritti umani e la mancanza di interesse delle classi dirigenti per le condizioni di vita che in molti casi rasentano la povert\u00e0 estrema. Nello stesso periodo, dall\u2019altra parte del mondo, nella ricca e libera America nasce il movimento pacifico di Occupy Wall Street<\/em>,<\/strong> di nuovo giovani in piazza per denunciare gli abusi del capitalismo finanziario.<\/strong> Il nome del movimento assume Wall Street come obiettivo simbolico, in quanto sede della borsa di New York ed epicentro della finanza mondiale,<\/p>\n

i dimostranti manifestano contro l\u2019iniquit\u00e0 economica e sociale che si \u00e8 sviluppata a causa della crisi economica globale e, nonostante la protesta sia non violenta, vengono spiati e schedati<\/p><\/blockquote>\n

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Greta Thunberg (AP Photo\/Jason DeCrow)<\/figcaption><\/figure>\n

Con un salto temporale di circa un decennio arriviamo all\u2019oggi, secondo l\u2019autorevole Time il personaggio del 2019 \u00e8 la giovane studentessa svedese Greta Thumberg che con i suoi scioperi, i Fridays for Future<\/em>, ha mobilitato un\u2019intera generazione per sensibilizzare i vari governi sull\u2019importanza di promuovere politiche e comportamenti sostenibili.<\/strong> Nell\u2019Ottobre del 2019 a Bologna quattro ragazzi scendono in piazza dopo aver espresso tramite i social network il loro dissenso nei confronti della politica verbalmente violenta di Matteo Salvini e delle destre. Piazza Maggiore si riempie di corpi che si stringono uno contro l\u2019altro, nasce il movimento pacifico e apolitico delle Sardine,<\/strong> un baluardo per la difesa della democrazia e un muro umano contro l\u2019odio e il razzismo. Manifestare, opporsi, sollevarsi sono diritti garantiti dalla democrazia e sono azioni connaturate agli esseri umani e mai come oggi, in un mondo di rapporti virtuali, \u00e8 importante che i corpi scendano in piazza.<\/p>\n

Usare i corpi e la loro unione \u00e8 un\u2019azione politica per abbattere la precariet\u00e0, per dare voce a chi non ce l\u2019ha, per rivendicare il potere e dare la possibilit\u00e0 ai senza voce di esprimere le proprie rivendicazioni<\/p><\/blockquote>\n

Scendere in piazza per essere vivi, per non subire passivamente, per agire politicamente cos\u00ec da garantire a tutti le condizioni per poter esistere. Essere donne, queer<\/em>, transgender<\/em>, poveri, disabili, apolidi, migranti in fuga da guerre e carestie, appartenere ad una minoranza religiosa o razziale vuol dire vivere in una condizione di precariet\u00e0 e di costante incertezza,<\/strong> quindi per garantire pari diritti per tutti bisogna diventare attori e non spettatori nel teatro della vita. L\u2019arte contemporanea \u00e8 un dispositivo di senso che riverbera la weltanshauung <\/em>in cui prende forma e, mai come adesso, gli artisti si interrogano sul loro ruolo sociale mettendo al centro delle loro ricerche l\u2019importanza di esplorare in maniera critica i modelli governativi e le pratiche del potere che, inevitabilmente condizionano gran parte delle esperienze del mondo in cui viviamo.<\/p>\n

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Marinella Senatore<\/figcaption><\/figure>\n

Marinella Senatore<\/strong> \u00e8 anche un\u2019attivista che dal 2006 realizza progetti di arte partecipata coinvolgendo intere comunit\u00e0 nella realizzazione di opere collettive.<\/strong> I suoi lavori sono manifesti di militanza e di resistenza in cui fa convivere la protesta politica con il teatro, la musica e il cinema. Le sue performance, i dipinti, i collages<\/em>, le installazioni realizzate con le luminarie, i video e le fotografie si concentrano su tematiche sociali e questioni urbane come l\u2019emancipazione e l\u2019uguaglianza,<\/strong> i sistemi di aggregazione e le condizioni lavorative.<\/p>\n

Per realizzare le parate e le opere audiovisive, questa artista globe-trotter<\/em>, lavora a contatto con centinaia di persone protagoniste del processo creativo<\/p><\/blockquote>\n

Il suo lavoro \u00e8 una precisa operazione politica e femminista di destrutturazione del rapporto piramidale creatore-fruitore.<\/strong> Uso il termine femminista a ragione in quanto su questa questione si era espressa pi\u00f9 volte Carla Lonzi (1931- 1982) nei suoi scritti editati da “Rivolta Femminile”, primo gruppo femminista romano da lei fondato nel luglio del 1970. Lonzi, critica d\u2019arte innovatrice e figura imprescindibile del femminismo italiano, nel 1970 abbandona la sua professione per la militanza definendo una nuova soggettivit\u00e0 femminista,<\/strong> la sua distanza dalla cultura ortodossa \u00e8 stata totale tanto che nei suoi scritti il fruitore veniva paragonato ad una mera vittima passiva.<\/p>\n

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Marinella Senatore, Modica Street Musical, the Past, the Present and the Possible, 2016, performance curated by Matteo Lucchetti, ph. Andrea Samon\u00e0 Courtesy the artist and Laveronica arte contemporanea.<\/figcaption><\/figure>\n

Questa teoria rivoluzionaria metteva sullo stesso piano la figura dello spettatore e quella della donna, entrambi inerti recettori della creativit\u00e0 dell\u2019uomo. Azzerare il rapporto di potere fra creatore e fruitore \u00e8 quindi una delle pietre angolari su cui si basa la School of Narrative Dance che Marinella Senatore fonda nel 2013 focalizzandosi sull\u2019idea che lo storytelling<\/em> sia un\u2019esperienza da poter indagare coreograficamente,<\/strong> attraverso un insegnamento privo di gerarchie, con l\u2019intento di creare vere e proprie comunit\u00e0 utilizzando un metodo didattico totalmente libero e non schematizzato.<\/p>\n

La Scuola, che \u00e8 nomade e gratuita, si trasforma a seconda degli spazi che temporaneamente occupa proponendo un sistema educativo alternativo, basato sull\u2019emancipazione, sull\u2019inclusione e sull\u2019auto-formazione<\/p><\/blockquote>\n

Essa offre una vasta gamma di discipline come letteratura, storia, storia dell\u2019arte, falegnameria, artigianato, matematica, teatro e coreografia, incoraggiando cos\u00ec ogni partecipante ad acquisire nuove competenze o a condividere le proprie con gli altri in modo da costruire non solamente gruppi di lavoro, ma anche un\u2019idea di comunit\u00e0 allargata<\/strong>.<\/p>\n

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Marinella Senatore, Palermo Procession, 2018 Manifesta Biennal, Courtesy the artist and Laveronica arte contemporanea.<\/figcaption><\/figure>\n

Questa iniziativa ha gi\u00e0 riunito migliaia di persone provenienti da diversi paesi del mondo, tra cui attivisti, politici, artigiani, analfabeti, studenti, societ\u00e0 operaie, pensionati, insegnanti, casalinghe e disabili. Marinella Senatore, operando in quel campo che prende le mosse dalla cosiddetta \u201cArte Partecipata\u201d<\/strong>,\u00a0\u201c[\u2026] ridefinisce il proprio ruolo d\u2019artista come attivatrice di processi<\/em> pensando quindi al pubblico non come ad una platea di spettatori ma come a una molteplicit\u00e0 di soggetti attivi e creativi, ciascuno con la propria storia, specifiche capacit\u00e0 ed interessi\u201d (Marinella Senatore, Costruire comunit\u00e0<\/em>, Catalogo curato da Marcella Beccaria, Mousse Publishing,\u00a0 pubblicato in occasione della mostra al Castello di Rivoli Museo d\u2019Arte Contemporanea, Rivoli-Torino, Ottobre 2013-Febbraio 2014).<\/p>\n

\u00a0\u201cQuando si attiva un processo di condivisione, partecipazione e assunzione di responsabilit\u00e0 collettiva, ci\u00f2 che ne deriva \u00e8 una posizione politica rispetto all\u2019argomento, alla sua rappresentazione e comprensione<\/p><\/blockquote>\n

Chi lo promuove intreccia e accosta politica, relazioni di genere e differenza di classe [\u2026] al fine di creare una sorta di archivio comune di intensit\u00e0 plurali\u201d (Alfredo Cramerotti, MacGuffin, soggetti e politica: dentro il lavoro di un\u2019artista<\/em>, in Marinella Senatore, Op. Cit.). Questo lavoro che parte dal centro, cio\u00e8 dall\u2019artista-creatore e che orizzontalmente coinvolge gli spettatori fino a farli diventare non solo parte dell\u2019opera stessa ma essi stessi creatori, non ha come unico fine la rappresentazione bens\u00ec, soprattutto, la trasformazione dei soggetti che vi hanno preso parte<\/strong>.<\/p>\n

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Marinella Senatore, Modica Street Musical, the Past, the Present and the Possible, 2016, performance curated by Matteo Lucchetti, ph. Andrea Samon\u00e0 Courtesy the artist and Laveronica arte contemporanea.<\/figcaption><\/figure>\n

Questa prassi di messa in atto di narrazioni condivise da parte di un gruppo eterogeneo che mira a un risultato comune \u00e8 quindi una metodologia di lavoro non solo politica ma anche femminista, dato che da sempre questo movimento ha fatto dell\u2019aggregazione e dell\u2019orizzontalit\u00e0 la sua cifra distintiva, assieme all\u2019emancipazione dei soggetti stessi attraverso le pratiche della militanza e dell\u2019autocoscienza. \u201c[\u2026] Quando mi chiedono se la cosa pi\u00f9 importante sia il processo, rispondo negativamente, perch\u00e9 per me \u00e8 pi\u00f9 importante il tutto. Come ogni direttore d\u2019orchestra c\u2019\u00e8 molto di mio in questo: io suggerisco una visione.<\/p>\n

L\u2019idea \u00e8 quella di lavorare con le persone, capire se le cose che a me interessano possono interessare anche agli altri<\/p><\/blockquote>\n

voglio far emergere l\u2019emancipazione della singola persona, attivarla e anche celebrarla in una maniera forte. L\u2019emancipazione della persona e i meccanismi di auto-apprendimento mi coinvolgono molto. Per questo mi interessano linguaggi come danza, musica e cinematografia; mi appartengono sia perch\u00e9 sono parte della mia formazione sia come interessi personali: spesso sono delle sfide.<\/strong> Molte delle persone che coinvolgo non conoscono questi linguaggi. Quando l\u2019essere umano vuole fare qualcosa che esula dalle sue abitudini diventa un po\u2019 come una molla, si carica, fa uno stretching<\/em> forte dei propri limiti. Questa \u00e8 la base di tipo concettuale su cui si fonda la School of narrative d<\/em>ance<\/em>, mio unico progetto che ha sempre un esito performativo.<\/strong> Ci sono poi altre mie linee di lavoro che si basano sempre sulla partecipazione collettiva, ma che non necessariamente hanno come sbocco finale una performance\u201d (Intervista a Marinella Senatore a cura di Irene Angenica, 2 aprile 2019 su FORMEUNICHE).<\/p>\n

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Marinella Senatore, The School of Narrative Dance: Evora Procession 2017, Courtesy the artist and Laveronica arte contemporanea.<\/figcaption><\/figure>\n

Marinella Senatore nelle sue produzioni di parate, video e performance difficilmente quindi veste i panni dell\u2019artista preferendo quelli dell\u2019organizzatrice, diventando \u201cla facilitatrice\u201d invece che l\u2019artefice dell\u2019opera, lasciando cos\u00ec che il processo creativo si sviluppi spontaneamente e intervenendo solo se \u00e8 necessario.<\/p>\n

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Protest Forms: Memory and Celebration featuring Giacomo Leopardi, 2018, Marinella Senatore<\/figcaption><\/figure>\n

Le installazioni e le mostre di Marinella Senatore sono delle esperienze non solo artistiche ma anche politiche, un\u2019immersione in un caos esteticamente organizzato fra stendardi da processione rivisitati in chiave militante, slogan di resistenza e lotta, poster e collages<\/em> con riflessioni filosofiche e poetiche sul concetto di rivolta e di partecipazione.<\/strong> Con un\u2019estetica ludica, festosa e pop il lavoro di Marinella Senatore \u00e8 la rappresentazione plastica della lotta, della presa di coscienza di massa e della resistenza ai soprusi, nella convinzione che l\u2019Arte possa essere lo strumento con cui generare una maggiore consapevolezza per poter superare le differenze di genere, di classe, di razza, di religione e per una maggiore giustizia sociale.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Dal 1977 la mia vita \u00e8 stata punteggiata dalle manifestazioni, dai pugni alzati e da una vertigine di libert\u00e0 e di euforia irripetibile. Con una moltitudine di ragazze ho alzato le mani in alto sulla testa con i pollici e gli indici uniti in un gesto fortemente simbolico e ormai scomparso. 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