{"id":1212,"date":"2012-10-03T19:28:23","date_gmt":"2012-10-03T17:28:23","guid":{"rendered":"http:\/\/blog.ilmanifesto.it\/antiviolenza\/?p=1212"},"modified":"2020-03-04T08:36:57","modified_gmt":"2020-03-04T07:36:57","slug":"sallusti-fnsi-regioni-e-puppato-cosa-centrano-con-la-194","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2012\/10\/03\/sallusti-fnsi-regioni-e-puppato-cosa-centrano-con-la-194\/","title":{"rendered":"Sallusti, Fnsi, Regioni e Puppato: cosa c’entrano con la 194?"},"content":{"rendered":"
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Attacco? No, siamo gi\u00e0 in piena guerra, e se il campo di battaglia \u00e8 sul corpo delle donne non si pu\u00f2 pretendere che la risposta, la difesa, sia sempre una reazione bi-partisan, perch\u00e9 se la guerra \u00e8 sul mio corpo non puoi pretendere che stia l\u00ec a guardare che mi sbrani pezzo dopo pezzo. Di cosa parliamo? Della legge di Stato che regola l\u2019interruzione di gravidanza, la legge 194, approvata in Italia con referendum popolare, e che ci siamo stufate di dover difendere ogni giorno.<\/strong><\/p>\n

Un diritto \u00e8 un diritto, e chi opera sui diritti ha il dovere di rispettarli. E invece no, \u00e8 sempre una lotta. Solo pochi mesi fa la Consulta ha respinto il ricorso per incostituzionalit\u00e0 sulla legge 194 da parte di un giudice tutelare di Spoleto che aveva respinto la richiesta di interrompere volontariamente la gravidanza di una giovane di 17 anni; mentre il giudice tutelare Cocilovo, attaccato pesantemente nel 2007 per il suo operato congruente con la legge 194 da un articolo scritto su \u201cLibero\u201d da Renato Farina (alias Dryfus)<\/a>, \u00e8 tornato alla ribalta oggi per la condanna per omissione di controllo del direttore di quel giornale che all\u2019epoca era Alessandro Sallusti<\/strong>. Un caso che adesso si concentra pi\u00f9 sulla condanna di Sallusti che non sul contenuto stesso dell\u2019articolo scritto da Farina e pubblicato dall\u2019ex direttore.<\/p>\n

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Sallusti e Farina<\/figcaption><\/figure>\n

Fortunatamente la rete nazionale delle giornaliste (GiULiA)<\/a> ha preso posizione prendendo le distanze da quel \u201cSiamo tutti Sallusti\u201d pronunciato dalla Federazione nazionale stampa italiana (FNSI) all\u2019indomani della sentenza, presentando anche un esposto all\u2019Ordine della Lombardia contro l\u2019ex direttore Sallusti.<\/strong> Ma chi, tra tutti quelli che si sono pronunciati sul caso, all\u2019indomani della condanna di Sallusti si \u00e8 preoccupato di andare a vedere cosa c\u2019era scritto in quell\u2019articolo? Molta informazione, tra l\u2019FNSI, si sono resi subito disponibili a chiedere la Grazia per Sallusti al Presidente della Repubblica Napolitano<\/a>, senza per\u00f2 condannare pubblicamente il contenuto dell\u2019articolo, un atto che forse sarebbe stato necessario per prendere le dovute distanze da frasi come: \u201cse ci fosse la pena di morte, e se mai fosse applicabile in una circostanza, questo sarebbe il caso. Per i genitori, il ginecologo e il giudice.\u00a0Quattro adulti contro due bambini. Uno assassinato, l\u2019altro (l\u2019altra, in realt\u00e0) costretto alla follia\u201d.<\/strong><\/p>\n

Un articolo in cui si chiedeva la pena di morte per chi aveva applicato la legge in nome di una crociata antiabortista<\/p><\/blockquote>\n

consumata sulla pelle di una ragazzina di 13 anni che, accompagnata dalla madre,<\/strong> ha osato interrompere la gravidanza cos\u00ec come la legge 194 prevede.<\/strong> Oggi a Napoli la stampa locale ha pubblicato la notizia di una donna picchiata da un radiologo che si era improvvisato anestetista durante l\u2019intervento per una interruzione di gravidanza il 22 dicembre 2011 e che, avendo sbagliato dose, si \u00e8 ritrovato la signora \u201calterata\u201d e non sapendo come fare l\u2019ha aggredita fisicamente. Come riportato da \u201cCampania sul web<\/a>\u201d: \u201cDopo aver sedato la paziente senza attendere l\u2019arrivo dell\u2019anestesista, il medico (\u2026), non si rende conto di aver sbagliato farmaco e dosi. La donna, invece che addormentarsi, ha cominciato ad agitarsi e urlare. Il medico, dal canto suo, ha pensato bene di prendere a schiaffi la paziente, afferrarla, stringerle i polsi, metterle le mani al collo minacciandola, dicendole che se non si calma suo figlio rester\u00e0 orfano<\/em>.<\/strong> Dopodich\u00e9 la insulta, chiamandola stronza e tossicodipendente<\/em>. In conseguenza di tutto ci\u00f2 la donna riporta la rottura della vena brachiale destra, che era stata incannulata in precedenza.<\/p>\n

La vicenda termina solo quando un collega dell’ospedale, accorso per le grida della donna, ferma il medico apostrofandolo: hai rotto! Che modi sono questi?\u201d.<\/em> <\/strong>La ricostruzione effettuata sulla base degli elementi raccolti dagli inquirenti, ha portato il gip Maurizio Conte a sospendere il medico dalla professione per due mesi, ma la cosa ancora pi\u00f9 grave \u00e8 che in sede processuale il medico in questione ha sostenuto che \u201cnon avendo la paziente reagito all\u2019anestetico oppiaceo somministratole \u2013 si legge ancora su \u201cCampania su web\u201d – \u00a0ha pensato che ne fosse assuefatta, e quindi tossicodipendente<\/strong>. Un motivo valido, secondo l’indagato, per aggredire verbalmente e fisicamente una donna\u201d.<\/p>\n

Come si pu\u00f2 avallare una informazione che non considera \u201cabbastanza importante\u201d quello che continua a consumarsi sul corpo delle donne?<\/p><\/blockquote>\n

e non parlo solo di 194, ma anche di violenza, di femmincidio, delle morti di mogli, fidanzate, ex partner, trattate sui giornali come fossero protagoniste di un action movie o romanzetti d\u2019appendice?\u00a0In Italia da tempo le Regioni amministrate dalle destre cercano di guadagnare terreno svuotando la legge sull\u2019interruzione di gravidanza. In Lombardia\u00a0la Giunta di Formigoni ha finanziato\u00a0il\u00a0Fondo Nasko che d\u00e0 alle donne che rinunciano all\u2019aborto un contributo di 250 euro al mese per un anno e mezzo; in Liguria il Consiglio regionale ha cercacto di copiare il modello lombardo, e lo stesso \u00e8 successo in Piemonte.<\/strong> A Firenze e a Roma si parla ancora del cimitero per feti, a Desio (Monza), il parroco ha benedetto \u201c<\/strong>i resti di bimbi mai nati, lasciati all\u2019ospedale da mamme mancate\u201d<\/a>. Fino a pochi mesi fa la ormai famosa consigliera regionale Olimpia Tarzia, nel Lazio ha cercato in tutti i modi di spazzare via i consultori cercando di sostituirli con centri per la difesa della famiglia e con partecipazione di organizzazioni private, tentativo bloccato con fatica (ma i giornali non ne parlano di queste vittorie) dall\u2019Assemblea Permanente delle associazioni contro la legge Tarzia.<\/p>\n

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Laura Puppato<\/figcaption><\/figure>\n

In Veneto il Pdl (che ha avuto i voti favorevoli di Lega Nord e Unione di centro) ha presentato quest\u2019estate una proposta per regolamentare per l\u2019informazione sull\u2019interruzione di gravidanza<\/a> mettendo in evidenza l\u2019informazione che cerca di \u201cdissuadere la donna ad abortire\u201d e in maniera specifica proponendo \u201cinformazione e forme d’aiuto alternative all’aborto, in sintonia con i dettami della legge stessa, legge che prevede ogni tentativo di dissuasione alla pratica d’interruzione volontaria della gravidanza\u201d,<\/strong> una informazione che avrebbe dovuto essere concessa \u201cnei consultori familiari, nei reparti di ginecologia e ostetricia, nelle sale d’aspetto e atri degli ospedali\u201d.<\/p>\n

Una proposta a cui la Giunta veneta \u2013 con la soddisfazione della consigliera regionale Laura Puppato (oggi candidata alle primarie del Pd) che aveva sottolineato in una sua dichiarazione all\u2019Ansa<\/a>, come su questa modifica fosse giustamente \u201cstato battuto l\u2019oscurantismo che questa proposta portava con s\u00e9\u201d<\/strong>, in quanto \u201cil tema vero che la Regione deve affrontare \u00e8 occuparsi dell\u2019origine e delle cause primarie che portano ancora oggi molte, troppe donne, a dover scegliere la via dell\u2019aborto piuttosto che la nascita di una nuova vita\u201d – ha sostituito con l\u2019approvazione di un testo<\/a> in cui \u201cLa Regione del Veneto promuove e garantisce nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie e nei consultori la diffusione e la divulgazione dell’informazione sui diritti dei cittadini con riferimento alle questioni etiche e della vita, riconoscendo a tutte le associazioni, di cui al comma 2, pari opportunit\u00e0 di comunicazione\u201d<\/strong>, e in cui per quanto rigurda le associazioni, la Giunta provveder\u00e0 a individuarne \u201ccon regolamento le modalit\u00e0 di diffusione e di divulgazione da parte delle associazioni di volontariato, iscritte nell’albo regionale o riconosciute a livello nazionale\u201d.<\/p>\n

Cio\u00e8 una normativa che sicuramente salva le venete dalla proposta del Movimento della vita (quella presentata dal Pdl) ma che per certi aspetti rimane poco chiara: quali sono queste associazioni?<\/strong> cosa c\u2019entra la \u201cdivulgazione dell’informazione sui diritti dei cittadini con riferimento alle questioni etiche e della vita\u201d con una donna che sceglie di interrompere una gravidanza?<\/p>\n

In Texas i dottori devono fare un\u2019ecografia prima di interrompere la gravidanza e se la paziente si rifiuta di guardare le immagini, il medico deve \u201cinformare\u201d la paziente di ci\u00f2 che vede, mentre in New Hampshire una legge prevede che i medici distribuiscano 24 ore prima dell\u2019interruzione di gravidanza \u201cmateriale informativo\u201d, peccato che in questo materiale si metta in relazione l\u2019aborto con il cancro al seno.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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