{"id":10707,"date":"2021-03-03T08:00:27","date_gmt":"2021-03-03T07:00:27","guid":{"rendered":"http:\/\/donnexdiritti.com\/?p=8260"},"modified":"2021-04-30T11:53:07","modified_gmt":"2021-04-30T09:53:07","slug":"racconto-porno-soft-della-violenza-sulle-minorenni-dalle-baby-squillo-a-desiree","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2021\/03\/03\/racconto-porno-soft-della-violenza-sulle-minorenni-dalle-baby-squillo-a-desiree\/","title":{"rendered":"Il racconto porno-soft della violenza sulle ragazze minorenni"},"content":{"rendered":"

Quello che \u00e8 il rapporto tra minorenni e mass media \u00e8 un tema ampio e occorrerebbe una tavola rotonda ad hoc per poterlo affrontare. Qui daremo solo uno sguardo ad alcuni dei fattori di rischio che riguardano l\u2019esposizione delle persone minorenni sui giornali concentrandoci esclusivamente su quello che \u00e8 l\u2019uso nell\u2019informazione, che \u00e8 gi\u00e0 comunque una grossa fetta rispetto a questo tema<\/strong>, e in particolare vedremo sia il punto di vista giuridico e deontologico che riguarda il trattamento di certi temi da parte del giornalista, sia alcuni esempi pratici presi dall\u2019aria del racconto giornalistico della violenza maschile sulle ragazze minorenni.<\/p>\n

\"683430_baby-prostituta-Le-Iene-2\"Diversi anni fa ho fatto parte della Commissione sulla tutela dei minorenni nel mondo della comunicazione istituita dall\u2019Autorita\u0300 garante per l\u2019infanzia e l\u2019adolescenza e presieduta dalla procuratrice Maria Monteleone, a cui hanno partecipato l\u2019Ordine dei giornalisti, il garante della privacy, l\u2019Agcom, la Rai, la polizia postale e associazioni che si occupano dell’argomento. Ne \u00e8 uscito un lavoro accurato, su cui rimando la vostra attenzione per approfondimenti, dal titolo \u201cLa tutela dei minorenni nel mondo della comunicazione\u201d<\/strong>.<\/p>\n

Riguardo la tutela delle persone di et\u00e0 minore esistono diversi livelli di protezione<\/p><\/blockquote>\n

\"\"e oltre all\u2019art. 31 della nostra Costituzione che tutela i minorenni all\u2019art. 31 (la Repubblica italiana \u201cprotegge l\u2019infanzia e la giovent\u00f9 favorendo gli istituti necessari a tale scopo\u201d) e alla Convenzione internazionale sui diritti dell\u2019infanzia e dell\u2019adolescenza delle Nazioni Unite ratificata dall\u2019Italia, abbiamo un Codice della privacy (D. L.vo. n.196\/2003) secondo cui, richiamandosi al decreto del Presidente della Repubblica n. 448\/88, si sancisce espressamente \u201cIl divieto di pubblicazione e divulgazione con qualsiasi mezzo di notizie e immagini idonee a consentire l\u2019identificazione di un minore\u201d.<\/strong><\/p>\n

Per quanto riguarda il nostro codice deontologico la stessa legge istitutiva dell\u2019Ordine dei Giornalisti (L. n. 69\/63) all\u2019art.2 afferma che \u201csono vietate la pubblicazione e la divulgazione, con qualsiasi mezzo, di notizie o immagini idonee a consentire l\u2019identificazione del minorenne comunque coinvolto in un procedimento\u201d, fatta salva l\u2019ipotesi che si trovi nella fase del dibattimento in udienza pubblica.<\/p>\n

\"\"Regole diventate parte integrante del nostro codice deontologico grazie alla Carta di Treviso per cui, in linea generale, il giornalista pu\u00f2 trattare casi di un minorenne ma non deve rivelarne l\u2019identit\u00e0: \u00e8 autorizzato a scrivere o mandare in onda la notizia ma senza esporre la persona minorenne. <\/strong>La Carta di Treviso \u00e8 del 1990 redatta dalla Federazione Nazionale della stampa, Ordine dei Giornalisti e Telefono Azzurro, e regolamenta il rapporto tra libert\u00e0 d\u2019informazione e protezione dei minorenni, evitando una possibile vittimizzazione secondaria della persona minorenne coinvolta nei fatti che sono raccontati in modo che non si leda n\u00e9 il diritto di cronaca n\u00e9 i minori coinvolti. Una forma di autoregolamentazione vincolante che con l\u2019avvento del web si \u00e8 ampliata con il Vademecum 95 e l\u2019aggiornamento della Carta del 2006.<\/p>\n

L\u2019obiettivo \u00e8 proteggere lo sviluppo della personalit\u00e0 e il suo equilibrio psico-fisico<\/p><\/blockquote>\n

assicurando la riservatezza e la circolazione di notizie nel rispetto della protezione dei suoi dati personali per cui il o la minorenne non devono essere resi identificabili in nessun modo, neanche attraverso elementi indiretti come le generalit\u00e0 dei genitori, l\u2019indirizzo dell\u2019abitazione o della scuola: regole su cui si fa eccezione solo quando la vicenda sia realmente nell\u2019interesse del minorenne <\/strong>(per es. rapimento, scomparsa o altro) con casi in cui vi sia chiaro il preventivo consenso dei genitori o del giudice competente o di chi ne abbia legittimamente la tutela. Ma vediamo cosa succede ancora sui giornali e nello specifico quando si tratta di ragazze minorenni. Un capitolo a parte andrebbe fatto su quelli che ancora oggi vengono denominati da molte testate come casi di<\/p>\n

baby squillo: un titolo che rappresenta una contraddizione in quanto accosta la prostituzione alle bambine come se fossero consenzienti<\/p><\/blockquote>\n

e non come se si trattasse di una violenza o di una coercizione. Un concetto grave che viene divulgato come normale e accettabile, e che rientra a pieno in quello che chiameremo da ora in poi “il racconto porno-soft della violenza”. Un\u2019etichetta ormai abusata che richiama immancabilmente a un immaginario pedofilo. A questo proposito ricordiamo il caso di due minorenni coinvolte in un giro di prostituzione a Roma di qualche tempo fa, che ha determinato la presa di posizione dell\u2019Ordine nazionale dei giornalisti con l\u2019invito rivolto ai direttori di testate a interrompere quello che \u00e8 stato definito “voyerismo mediatico”<\/strong>: <\/em>un modus operandi<\/em>\u00a0che non serviva a fare informazione ma solo a rimescolare nel torbido di un immaginario sessuale maschile perverso,\u00a0<\/em>in una gara a chi forniva il particolare pi\u00f9 disgustoso con la pubblicazione di sms e di elementi che hanno portato tanti a identificare le ragazze.<\/p>\n

\"export.1.1229234.jpg--il_marito_della_mussolini___e_vero__sono_andato_con_la_baby_squillo_\"<\/p>\n

Un racconto porno-soft che comprende anche la narrazione che ancora viene fatta su molti giornali della violenza sessuale in cui siano coinvolte ragazze anche minorenni: ragazzine che vengono messe in dubbio e raccontate come inaffidabili che prima ci stanno e poi si pentono e denunciano, ragazzine che spesso risultano essere vittime del branco.<\/strong> Minorenni sopravvissute alla violenza che vengono esposte senza reale tutela e senza badare all’et\u00e0, con il rischio di riconoscimento attraverso elementi indiretti: esposizione mediatica che impedisce alla minorenne non solo la fuoriuscita dal trauma ma le preclude la possibilit\u00e0 di una vita e di uno sviluppo normale.<\/p>\n

Una rivittimizzazione che avviene quando l’informazione, nel descrivere il fatto, ricalca stereotipi e pregiudizi di genere gi\u00e0 usati nei confronti delle donne, tutte le donne, senza tener conto che oltretutto si sta parlando di persone di minore et\u00e0 in cui inevitabilmente non solo si sviluppa una seconda sofferenza<\/strong>, un secondo danno, ma pu\u00f2 essere compromesso lo sviluppo di una vita normale.<\/p>\n

Lo stereotipo che viene ricalcato fa apparire la ragazza responsabile di quello che ha subito giustificando l\u2019offender<\/p><\/blockquote>\n

che \u00e8 stato provocato da una gonna troppo corta, dalla bellezza della ragazzina, dal fatto che era lei che li provocava, e che aveva dato confidenza ai ragazzi, quindi ci stava. Stupri che vengono attenuati nel racconto come se fossero reati meno gravi, perch\u00e9 legati al fatto culturale mai morto che una violenza sessuale non si pu\u00f2 dimostrare<\/strong>, e che una carina uno stupro se lo deve aspettare nella vita, e questo al di l\u00e0 del fatto che sia piccola, grande, minorenne o maggiorenne, perch\u00e9 se \u00e8 una femmina, tra l’altro giovane e di gradevole aspetto, \u00e8 in ogni caso una \u201cpreda sessuale\u201d.<\/p>\n

\"montalto-di-castro.jpg\"Ragazze che subiscono uno stupro, e che fin troppo spesso non sono credute, e che vengono dipinte in maniera ambigua: profili che sostengono cos\u00ec il pericoloso ribaltamento che trasforma la parte lesa in imputata. Un caso su tutti fu quello di Montalto di Castro in cui una ragazza di 15 anni fu stuprata dal branco e dove non solo parte della cittadinanza e il sindaco presero le difese degli stupratori, ma anche sui giornali si insistette molto e per molti mesi su un racconto spesso ambiguo e torbido<\/strong>, tanto da esporre la ragazzina in maniera determinate e lesiva,<\/strong> non solo dando elementi di riconoscibilit\u00e0 ma provocando in lei un secondo danno nella crescita e privandola di un adeguato sviluppo, come poi \u00e8 avvenuto.<\/p>\n

Un accanimento mediatico che sostiene e amplia la rivittimizzazione, provocando una seconda sofferenza alla persona<\/p><\/blockquote>\n

e che nel caso di minorenni pu\u00f2 essere devastante in quanto pu\u00f2 compromettere lo sviluppo. Un racconto porno-soft che indugia su elementi legati a un immaginario maschile perverso che non guarda all’et\u00e0 ma che anzi specula su questo fattore<\/strong>, e che si pu\u00f2 consumare anche quando la minorenne \u00e8 morta, come nel caso di Desir\u00e8e Mariottini,<\/strong> la ragazza di 16 anni stuprata e uccisa a San Lorenzo a Roma. Desir\u00e8e sui giornali \u00e8 stata dipinta come una povera ragazzina drogata con un\u2019anima tormentata, una giovane perduta, dannata che avrebbe fatto una brutta fine a prescindere, e che si prostituiva per procurarsi una dose.<\/p>\n

\"FAFU000000419962-2-keyframe-poster-652x367\"Come in tanti altri casi, la minore \u00e8 stata esposta in foto che in chiaro la ritraevano in pantaloncini e in pose accattivanti: immagini prese dal suo profilo personale su Fb senza il consenso dei genitori e date in pasto al pubblico, e non perch\u00e9 queste immagini aggiungessero nulla alla notizia, ma perch\u00e9 all’interno di quel racconto porno soft per cui tutte le donne, comprese le minorenni, provocano e se la cercano. Un pregiudizio difficile da sradicare sia nella testa di chi scrive sia nella testa di chi legge, che esistano donne per bene e donne per male senza et\u00e0: un costrutto culturale fallace dato che le donne e le ragazze di ogni et\u00e0 vengono stuprate e anche uccise<\/strong>, al di l\u00e0 di come sono vestite, del loro aspetto fisico, e di come si atteggiano, perch\u00e9 appunto il sesso non c’entra ma si tratta di azioni di sopraffazione e di violenza.<\/p>\n

\"Omicidio-Desire\u0301e-752x440\"<\/p>\n

Di Desir\u00e8e Libero ha scritto: \u201cLa studentessa di Cisterna era solo una ragazzina, in realt\u00e0 viveva da donna inquieta e fragile, affogando i suoi problemi tra psicofarmaci e brutte compagnie. Niente a che vedere con la spensieratezza che si addice a una giovane della sua et\u00e0. Il sospetto di chi indaga \u00e8 che pur di procurarsi una dose, si fosse perfino prostituita\u201d. Mentre il Ticino Online<\/strong> ha pubblicato un articolo illeggibile dal titolo \u201cIl calvario della pu**ana\u201d:<\/p>\n

malgrado sia stato accertato che Desir\u00e8e non aveva avuto rapporti sessuali prima dello stupro, nessuna testata ha rettificato<\/p><\/blockquote>\n

ha chiesto scusa alla famiglia: nulla di nulla. Articoli che oltre a ledere la memoria della minorenne stuprata e uccisa, hanno creato nuova e grave sofferenza alla famiglia. Eppure le statistiche ci dicono non solo che in Italia ci sono 7 milioni di donne e ragazze che subiscono violenza ma che, secondo Terre des Homme, negli ultimi 10 anni la violenza sessuale e gli abusi sui bambini \u00e8 aumentata del 43% con pi\u00f9 di 15 minori al giorno che subiscono violenza: persone minorenni che all\u201984% sono bambine con un aumento del 18% in un anno.<\/strong> Violenze che per la maggior parte non sono per mano di stranieri (autori delle violenze sulle donne al 15,1%) ma di uomini<\/em> bianchi italiani che hanno relazioni intime con la vittima e che agiscono in famiglia<\/strong>, storie che non sapremo mai a meno che non siano narrate in maniera torbida e pruriginosa su qualche giornale locale.<\/p>\n

________________________________________________________________________<\/p>\n

Inchiesta presentata alla tavola rotonda <\/span>\u201cUn minore, tanti processi\u201d<\/strong> presso la <\/span>Sede dell\u2019Organismo Congressuale Forense organizzato dall’Unione nazionale camere minorili a Roma.<\/span><\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Quello che \u00e8 il rapporto tra minorenni e mass media \u00e8 un tema ampio e occorrerebbe una tavola rotonda ad hoc per poterlo affrontare. 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