{"id":10699,"date":"2021-03-03T07:00:50","date_gmt":"2021-03-03T06:00:50","guid":{"rendered":"http:\/\/donnexdiritti.com\/?p=8069"},"modified":"2021-03-03T09:34:54","modified_gmt":"2021-03-03T08:34:54","slug":"in-europa-i-femminismi-combattono-le-destre-ma-le-destre-scelgono-le-donne","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/donnexdiritti.com\/2021\/03\/03\/in-europa-i-femminismi-combattono-le-destre-ma-le-destre-scelgono-le-donne\/","title":{"rendered":"In Europa i femminismi combattono i sovranismi ma la destra sceglie donne ai vertici pi\u00f9 della sinistra"},"content":{"rendered":"

\u00c8 in atto una controffensiva di destra che ha come primi bersagli le donne e i diritti civili, in un disegno globale che mira alla cancellazione dello Stato di diritto. Quello che succede in Europa \u2013 con i governi di Polonia, Ungheria e Italia \u2013 ci d\u00e0 la misura di quale sia la strada tracciata: un percorso che mira al ripristino della famiglia tradizionale (uomo\/donna)<\/strong>. Una prospettiva che porta con s\u00e9 la negazione delle conquiste degli ultimi cinquant\u2019anni tra cui il divorzio, l\u2019interruzione volontaria di gravidanza, il diritto di famiglia, il contrasto alla violenza domestica e in generale tutto ci\u00f2 che riguarda l\u2019emancipazione delle donne e la libert\u00e0 in materia di orientamento sessuale. Partiti, gruppi e movimenti di destra che si muovono con una trasversalit\u00e0 non solo d\u2019idee e azioni politiche ma anche di flussi di denaro.<\/p>\n

Soldi che servono per organizzare nel mondo campagne antiabortiste a sostegno della famiglia \u00abnaturale\u00bb<\/p><\/blockquote>\n

e che, secondo l\u2019inchiesta di Francesca Sironi e Paolo Biondani pubblicata dall\u2019Espresso \u00a0(P.Biondani, F. Sironi, \u00abPioggia di rubli ai cattoleghisti\u00bb, L\u2019Espresso, 16\/11\/2018)<\/em>, dalla Russia vengono ridistribuiti in Italia, Spagna, Gran Bretagna, Polonia, Ungheria, e anche Stati Uniti, finanziando organizzazioni religiose di destra, come per esempio l\u2019Istituto Dignitatis Humanae attraverso il quale Steve Bannon<\/strong>, teorico del sovranismo globale ed ex stratega di Donald Trump, sta progettando una scuola per formare giovani leader della destra europea.<\/p>\n

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Steve Bannon<\/figcaption><\/figure>\n

Uno schieramento che vede evangelici, cattolici e ortodossi insieme a movimenti e partiti di destra anche filonazisti, che hanno nel mirino tutto ci\u00f2 che mette in discussione il loro \u00abordine\u00bb basato sulla razza e il genere, e che per lo pi\u00f9 si possono ritrovare in quel grande raggruppamento che \u00e8 il World Congress of Families: un progetto ideato nel 1997 e finanziato dal miliardario ortodosso Konstantin Malofeev, uomo di Putin<\/strong>, e il cui leader \u00e8 Brian Brown, uno dei pi\u00f9 influenti attivisti americani anti-lgbt nonch\u00e9 grande amico del premier ungherese Viktor Orb\u00e1n. Un raduno mondiale il cui prossimo appuntamento sar\u00e0 a fine marzo proprio in Italia, a Verona, con il patrocinio di provincia, regione e ministero per la Famiglia, e dove \u00e8 previsto l\u2019intervento del presidente del Parlamento europeo Tajani, del ministro dell\u2019Interno e vicepremier Salvini, del ministro dell\u2019Istruzione Bussetti, nonch\u00e9 \u2013 ovviamente – del ministro Fontana.<\/p>\n

Le donne in Europa<\/strong><\/p>\n

Ma le donne in Europa non sono rimaste a guardare, andando ad animare un autentico movimento di contrasto alle politiche razziste, xenofobe, misogine delle destre che continuano ad avanzare ovunque. Grazie anche alla spinta ricevuta dal\u00a0Ni Una Menos<\/em>argentino nonch\u00e9 dal #MeToo statunitense. La loro presa si sta allargando anche a chi non ha mai fatto politica, sia tra le donne che tra gli uomini, con una capacit\u00e0 di aggregazione e di mobilitazione che non si vedeva da tempo.<\/p>\n

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Prawo i Sprawiedliwo\u015b\u0107<\/figcaption><\/figure>\n

Anche \u2013 e forse soprattutto \u2013 in quei paesi in cui le destre pi\u00f9 feroci sono al governo. In Polonia, dove il governo \u00e8 guidato dalla destra ultracattolica del Prawo i Sprawiedliwo\u015b\u0107 (PiS), le donne continuano a scendere in piazza per fermare i diversi tentativi di cancellare una legge sull\u2019aborto gi\u00e0 restrittiva (solo in caso di pericolo di vita, stupro o grave malformazione), ma sono anche le prime a protestare per l\u2019indipendenza della magistratura e per la democrazia, contro ogni razzismo e fascismo, rappresentando una resistenza politica che non si era mai vista in questo paese.<\/p>\n

Attiviste che per questo vengono assalite e picchiate in polonia<\/p><\/blockquote>\n

come \u00e8 successo due anni fa durante la festa nazionale del centenario dell\u2019indipendenza, o perseguitate sul posto di lavoro. E sotto minaccia sono anche le associazioni per le donne vittime di violenza: il Women\u2019s Rights Center, Baba e il Centro per i diritti delle donne di \u0141\u00f3d\u017a, sono state perquisite e i finanziamenti, per molte di queste ong, sono stati sospesi. Sotto attacco non \u00e8 solo l\u2019aborto ma anche il divorzio, su cui il ministro della Giustizia, Zbigniew Ziobro, ha cercato d\u2019imporre l\u2019obbligo della mediazione a pagamento, esattamente come sta tentando di fare, in Italia, il senatore della Lega Simone Pillon<\/strong> con il ddl 735, rendendo cos\u00ec pi\u00f9 difficile separarsi e divorziare.<\/p>\n

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Viktor Orb\u00e1n<\/figcaption><\/figure>\n

Pi\u00f9 debole il movimento femminista della vicina Ungheria dove il governo dell\u2019ultrareazionario Viktor Orb\u00e1n vorrebbe vietare l\u2019aborto<\/strong> e chiudere in casa le donne a fare figli contro la minaccia migratoria. Un certo seguito lo ha avuto il movimento #MeToo ma ci\u00f2 non ha fatto s\u00ec che – dopo lo scandalo di J\u00f3zsef Balogh, deputato di Fidesz che aveva picchiato cos\u00ec violentemente la moglie da fratturarle il cranio e diverse ossa \u2013 il governo si piegasse a ratificare la Convenzione di Istanbul per il contrasto alla violenza maschile sulle donne: la Convenzione per il governo \u00e8 infatti \u00abun attacco alla famiglia tradizionale\u00bb. Stesso esito in Bulgaria.<\/p>\n

In Italia, i movimenti femministi sembrano godere di buona salute.\u00a0Non una di meno<\/em> ha portato in piazza pi\u00f9 di 200 mila persone, sia l\u2019anno scorso che quest\u2019anno, contro la violenza maschile sulle donne ma anche contro le politiche razziste e xenofobe del vicepremier Salvini e il disegno di legge Pillon. Eppure, malgrado la forza dei movimenti femministi (pensiamo anche all\u2019Irlanda, dove il 25 maggio scorso un referendum ha cambiato la legge sull\u2019aborto),<\/p>\n

in Europa la sinistra sembra confidare poco nelle donne che fanno pi\u00f9 carriera a destra<\/p><\/blockquote>\n

In generale l\u2019attuale Parlamento europeo \u00e8 composto al 63 per cento da uomini e in dieci Stati membri (Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia, Cipro, Irlanda, Lettonia, Ungheria, Malta, Romania e Slovacchia), gli uomini costituiscono l\u201980 per cento dei rispettivi parlamenti nazionali.<\/p>\n

Le leader della destra\u00a0<\/strong><\/p>\n

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Angela Merkel<\/figcaption><\/figure>\n

La partecipazione delle donne alla politica varia nei diversi paesi: se si contano le donne che sono capo di governo, vice prime ministre, ministre o semplici parlamentari, in testa troviamo Francia, Svezia, Slovenia, Danimarca, Norvegia, Finlandia e Spagna. Ma la maggioranza di quelle che occupano posti ai vertici, istituzionali o di partito, sono le donne che scelgono di stare con la destra: dai conservatori fino alla destra estrema. Vediamone alcune. Quattro delle donne pi\u00f9 potenti dello scacchiere politico europeo sono di destra: Angela Merkel,<\/strong> cancelliera tedesca considerata una delle donne pi\u00f9 potenti al mondo che ha lasciato la guida della Christlich Demokratische Union Deutschlands (Cdu) a un\u2019altra donna, Annegret Kramp-Karrenbauer; Theresa May<\/strong>, ex prima ministra inglese leader del Conservative Party, che ha guidato il Regno Unito nella difficile fuoriuscita dall\u2019Ue.<\/p>\n

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Beata Szyd\u0142o<\/figcaption><\/figure>\n

Poi c’\u00e8 Erna Solberg,<\/strong> la presidente norvegese nonch\u00e9\u00a0<\/strong>leader del partito conservatore H\u00f8yre che non solo ha proposto di restringere la legge sull\u2019aborto (uno scambio richiesto dal piccolo partito cristiano-democratico norvegese con cui il governo ha una maggioranza assoluta) ma porta avanti convinte politiche anti-immigrazione con un\u2019altra donna di ferro, la ministra delle finanze Siv Jensen<\/strong>, leader del Fremskrittspartiet diventato con lei uno schieramento di estrema destra omofobo; e Beata Szyd\u0142o<\/strong> che \u00e8 stata alla guida del governo di destra ultracattolico polacco e che ora, sostituita dal ministro delle finanze Mateusz Morawiecki, \u00e8 comunque al governo come vicepremier con delega alle questioni sociali. Szyd\u0142o – euroscettica e omofoba che ha dichiarato di ispirarsi all\u2019ungherese Orb\u00e0n – tiene ben strette anche le redini del primo partito in Polonia, il Prawo i Sprawiedliwo\u015b\u0107 (Pis) di cui \u00e8 vicepresidente, e in questi anni ha portato avanti politiche molto dure riguardo i diritti delle donne, primo fra tutti l\u2019aborto.<\/p>\n

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Dalia Grybauskaite\u0307<\/figcaption><\/figure>\n

Altrettanto di polso ma con posizioni pi\u00f9 liberali sono Dalia Grybauskait\u0117<\/strong>, presidente della Lituania eletta come indipendente ma sostenuta dai conservatori con un passato nel Partito comunista lituano e soprannominata a seconda dei casi la Thatcher baltica, Iron Lady o Steel Magnolia; Kersti Kaljulaid<\/strong>, presidente della Repubblica estone, una conservatrice liberale aperta ai diritti lgbt e all\u2019immigrazione che nel 2017 \u00e8 apparsa nella lista stilata dalla rivista Forbes delle 100 donne pi\u00f9 potenti del mondo e tra i leader politici femminili pi\u00f9 influenti; e Kolinda Grabar-Kitarovi\u0107,<\/strong> presidente della Croazia tra le fila dell\u2019Hrvatska demokratska zajednica (Hdz), partito conservatore fondato da Franjo Tudjman: Grabar-Kitarovi\u0107 (classe 1968) \u00e8 la persona pi\u00f9 giovane che abbia mai ricoperto la massima carica dello Stato, e anche lei figura nell\u2019elenco di Forbes come una delle donne pi\u00f9 potenti del pianeta.<\/p>\n

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Kolinda Grabar-Kitarovi\u0107<\/figcaption><\/figure>\n

Conservatrice e cattolica, Grabar-Kitarovi\u0107 sostiene la famiglia tradizionale ma non si \u00e8 opposta alla legge che riconosceva alle coppie omosessuali gli stessi diritti delle coppie etero, fatta eccezione per le adozioni, mentre sull\u2019aborto ritiene che la cancellazione non risolva la questione e che quindi per prevenire gravidanze indesiderate sia meglio puntare su informazione ed educazione. Pi\u00f9 estremiste sono invece le tedesche. Tatjana Festerling, ex leader di Pegida<\/strong>, che pu\u00f2 vantare di essere stata definita da Merkel come \u00abla donna pi\u00f9 pericolosa d\u2019Europa\u00bb, nell\u2019agosto del 2015 ha visto bloccato il proprio profilo Facebook per i continui commenti xenofobi e razzisti; e nei suoi fronti nell\u2019ottobre del 2017 il tribunale di Dresda ha emesso un ordine di condanna per istigazione e insulto.<\/p>\n

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Alice Weidel<\/figcaption><\/figure>\n

Frauke Petry<\/strong> \u00e8 invece leader del Die Blaue Partei ed ex capo di Alternative fur Deutschland, di cui ha contribuito a cambiare il volto trasformandolo da partito euroscettico a gruppo politico xenofobo, antiabortista e populista. A prendere in mano AfD \u00e8 stata Alice Weidel, <\/strong>attuale vice presidente del partito, che \u00e8 dichiaratamente filonazista<\/strong> ma anche omosessuale:<\/strong> sposata con una regista di origine asiatica, con cui cresce due figli adottivi,<\/strong> \u00e8 a favore del matrimonio tradizionale e una politica razzista e fortemente anti-immigrazione.<\/p>\n

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Anke Van dermeersch<\/figcaption><\/figure>\n

In Nord Europa abbiamo Anke Van dermeersch<\/strong>, miss Belgio nel 1992 e concorrente per Miss mondo e Miss universo, che \u00e8 tra i leader del partito conservatore Vlaams Belang<\/strong> del blocco fiammingo; la danese Pia Kj\u00e6rsgaard<\/strong>, che \u00e8 la co-fondatrice del Dansk Folkeparti, il partito anti-immigrazione di estrema destra che ha guidato dal 1995 al 2012 di cui ancora oggi fa parte; e infine Ebba Hermansson<\/strong>, 22 anni, che \u00e8 la pi\u00f9 giovane deputata al parlamento svedese e una delle portavoce del Sverigedemokraterna, partito nazionalista conservatore: una paladina delle politiche contro i migranti al fine di mantenere le donne \u00abal sicuro da violenze sessuali\u00bb. Nel Regno Unito una che promette di dare battaglia \u00e8 Diane James<\/strong>, la neo leader dell\u2019UK Independence Party (Ukip) di Nigel Farage, ma \u00e8 in particolare Jayda Fransen<\/strong>, ex vice dell\u2019ultradestra fascista di British First, quella che si \u00e8 distinta per le sue azione xenofobe e i cui tweet con video anti-musulmani sono stati condivisi da Donald Trump. Arrestata pi\u00f9 volte per i suoi discorsi offensivi e per le sue condotte pubbliche, Fransen \u00e8 stata condannata nel marzo 2018 a 36 settimane di carcere per aver molestato una donna che indossava il velo.<\/strong><\/p>\n

Secondo una ricerca della Friedrich Ebert Foundation si tratta di leader pi\u00f9 radicali dei colleghi maschi<\/p><\/blockquote>\n

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Jayda Fransen<\/figcaption><\/figure>\n

e che attraggono l\u2019elettorato femminile sul terreno delle politiche di sostegno alla famiglia (welfare, bonus economici) e su quello delle politiche migratorie,<\/strong> essendo l\u2019immigrazione spesso percepita come una minaccia sul piano della sicurezza personale. Basti pensare a Marine Le Pen,<\/strong> leader del Rassemblement National ex Front National, la quale, pur rifiutando la definizione di femminista, si sta presentando come paladina dei diritti delle donne indicando nell\u2019islam e nell\u2019immigrazione i maggiori pericoli per quante vogliono essere libere di indossare pantaloncini o minigonne. Sulla stessa lunghezza d\u2019onda, come noto, l\u2019italiana Giorgia Meloni, <\/strong>leader del partito di destra Fratelli d\u2019Italia ed ex ministra del quarto governo Berlusconi, che pretende di difendere le donne dall\u2019islamizzazione e propugna la famiglia tradizionale.<\/p>\n

Ma quella che oggi appare come la vera novit\u00e0 \u00e8 probabilmente Vox, il partito spagnolo fondato nel 2013 che ha vinto le elezioni in Andalusia lo scorso dicembre e che si oppone all’immigrazione e al femminismo<\/strong> ed \u00e8 favorevole a uno Stato centralizzato come quello di Franco.\u00a0<\/strong>Il partito non solo vuole cancellare l\u2019aborto ma disconosce la violenza maschile sulle donne, \u00e8 contro l\u2019educazione alla differenza nelle scuole, e vuole togliere i finanziamenti alle associazioni femministe. In particolare il nuovo governo andaluso – composto da Vox, Partito popolare e Ciudadanos – propone sostegni alla famiglia tradizionale e un piano che dissuada le donne dall\u2019idea di abortire, e<\/p>\n

la prima richiesta di Vox \u00e8 stata di abrogare la legge sulla violenza contro le donne<\/p><\/blockquote>\n

in quanto non garantirebbe protezione a tutti i soggetti che possono subire maltrattanti in famiglia.<\/strong> Una proposta caduta nel nulla, anche grazie alle migliaia di donne che il giorno d\u2019insediamento della giunta per l\u2019elezione del presidente Moreno, si sono radunate in protesta davanti al parlamento locale.<\/p>\n

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Roc\u00edo Monasterio<\/figcaption><\/figure>\n

Ebbene, nella segreteria del presidente di Vox, Santiago Abascal, troviamo Mazaly Aguilar,<\/strong> vice-segretaria per le relazioni istituzionali che ha pi\u00f9 volte ribadito nei suoi interventi come la violenza non abbia alcun genere, mettendo sullo stesso piano la storica e sistemica violenza maschile contro le donne con quella\u00a0<\/strong>subita – con numeri molto meno allarmanti – dagli uomini in ambito domestico. Negando che esista una specificit\u00e0 che riguarda la violenza maschile sulle donne, Aguilar sostiene di non voler eliminare alcuna legge che protegga le vittime di abusi anche se \u00abl\u2019attuale legislazione d\u00e0 rifugio solo a una parte della famiglia\u00bb. Stesse dichiarazioni di Salud Anguita, vice segretaria dell\u2019organizzazione.<\/p>\n

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Alicia Rubio<\/figcaption><\/figure>\n

Portavoce del Comitato elettorale e presidente di Vox a Madrid, nonch\u00e9 vice segretaria per gli affari sociali, \u00e8 invece Roc\u00edo Monasterio<\/strong>, un\u2019architetta felice di combinare la sua vita professionale con il suo ruolo di madre di 4 figli. Antiabortista convinta e sostenitrice della famiglia naturale, Monasterio \u00e8 contro quello che chiama \u00abbusiness dell\u2019ideologia di genere\u00bb, ed \u00e8 contro le quote rosa viste come una umiliazione per le donne. Nella segreteria del partito troviamo poi Alicia Rubio<\/strong>, un\u2019omofoba che ha scritto un libro dal titolo\u00a0Cuando nos prohibieron ser mujeres\u2026 y os persiguieron por ser hombres<\/em>, che ha venduto 4.000 copie e ha ispirato il discorso del presidente Santiago Abascal contro la cosiddetta ideologia gender<\/strong>. Professoressa di educazione fisica, oltre ad aver scritto l\u2019anti-bibbia femminista, \u00e8 convinta che l\u2019aborto sia un omicidio e vi \u00e8 contraria anche in caso di stupro.<\/p>\n

Populismo al femminile<\/strong><\/p>\n

Esiste insomma una sorta di \u00abpopulismo femminile\u00bb che fa centro tra quelle donne non abbienti che sono a rischio povert\u00e0 e che sono colpite dalle politiche indifferenti ai bisogni delle donne, come l\u2019esclusione dal lavoro, la mancanza di welfare, una pi\u00f9 ampia tutela alla violenza maschile,<\/strong> e che vedono in questi interventi un sostegno a problemi materiali da affrontare ogni giorno.<\/p>\n

Posizioni spesso frutto della delusione per i partiti di sinistra di solito guidati da uomini<\/p><\/blockquote>\n

che non sempre hanno valutato con serio impegno le esigenze delle donne e il loro potenziale politico. Pensiamo per esempio all\u2019islam, rispetto al quale la sinistra ha pensato che attraverso il politically correct potesse risolvere tuti i mali, senza cogliere la problematicit\u00e0 di una religione non certo \u00abprogressista\u00bb in materia di diritti delle donne e vissuta da molti (non tutti) come un pilastro della propria identit\u00e0.<\/strong> Una miopia e un vuoto che la destra ha cavalcato con tutte le sue forze unendo le politiche anti-migratorie ai diritti delle donne.<\/p>\n

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Congressiste elette nel Midterm Usa<\/figcaption><\/figure>\n

Inoltre, a destra si \u00e8 compreso che avere donne in ruoli apicali avrebbe potuto tradursi in una presa maggiore su una parte dell\u2019elettorato \u2013 quello femminile \u2013 che nel frattempo si \u00e8 emancipato, anche se soprattutto grazie alle lotte del movimento femminista.<\/strong> Un paradosso insomma se si pensa che invece a sinistra le dirigenze di partito continuino a tentennare in questo senso.<\/p>\n

Ma considerata la capacit\u00e0 delle donne di prendere il posto che spetta loro senza che qualcuno (uomo) glielo conceda, le cose probabilmente sono destinate a cambiare. Lo abbiamo visto in maniera dirompente alle elezioni di mid term negli Stati Uniti, quando le donne, sorrette anche dal movimento #MeToo, hanno lottato apertamente con i propri colleghi di partito, arrivando a 272 candidature<\/strong> (185 democratiche e 52 repubblicane), su un totale di 964, e sono state elette in 117, alzando di due punti la percentuale di donne al Congresso (22 per cento).<\/p>\n

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L’inchiesta \u00e8 di Luisa Betti Dakli ed \u00e8 stata pubblicata da Micromega <\/strong>in “Un’altra Europa \u00e8 necessaria”<\/em><\/div>\n

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