Avvocate dei centri antiviolenza contro Hunziker e Bongiorno

Le avvocate della Rete Dire chiedono rettifica a Fabio Fazio riguardo la puntata con Hunziker riguardo la legge sulla Pas

Luisa Betti Dakli
Luisa Betti Dakli
Direttrice di DonnexDiritti Network e International Women



È diventata un’ondata di proteste, appelli, comunicati, lettere aperte e animate discussioni sui social, quella che è si scatenata a seguito di un articolo pubblicato su questo blog (“Hunziker e Bongiorno chiedono il carcere per chi si macchia di un reato inesistente”) qualche giorno fa.
Il pezzo riportava le dichiarazioni fatte da Michelle Hunziker, intervistata da Fabio Fazio domenica 10 maggio, che ha parlato della proposta di legge dell’avvocata Giulia Bongiorno che vorrebbe punire con il carcere chi si macchia di un reato basato su una malattia che non esiste: la Pas (Sindrome di Alienazione parentale). “Quando i genitori si separano – aveva detto Hunziker a Che tempo fa – il figlio spesso diventa un’arma di ricatto, non solo il figlio soffre tantissimo perché non riesce più magari a vedere il papà, o addirittura viene talmente alienato, che gli viene una sindrome che si chiama Pas, che è una sindrome a tutti gli effetti che è una sorta di abuso, di violenza”.
Michelle Hunziker e Fabio Fazio a “Che temo che fa” su Rai Tre

Un’affermazione, questa, che ha mostrato quanto la show girl ignori la vera origine e gli effetti della Pas: una malattia, come già ampiamente documentato, mai dimostrata scientificamente, dichiarata inesistente dal Ministero della Sanità, classificata come non utilizzabile nei Tribunali dalla sentenza di Cassazione sul caso del bambino di Cittadella (il minore trascinato davanti la scuola), assente nelle due maggiori classificazioni internazionali dei Disturbi mentali (DSM e ICD), non considerata dall’APA (American Psychological Association), dichiarata pericolosa sia dal National District Attorneys Association(Istituto di ricerca dei procuratori americani) che dall’Associazione Spagnola di Neuropsichiatri, e infine rifiutata in Italia dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici, la Società italiana di pediatria, l’Ordine degli psicologi della Regione Lazio e la Rete nazionale dei centri antiviolenza (DiRe), in quanto

usata “in maniera strumentale dagli autori delle violenze che fanno leva sulla minaccia di sottrarre i figli per tenere le donne sotto il loro controllo”

sia nei tribunali dei minori che nei tribunali civili, al momento della separazione e della decisione dell’affido dei figli. Un avvertimento sostenuto anche dalle Nazioni Unite quando il Comitato CEDAW ha raccomandato all’Italia nel 2011, di monitorare “nell’ambito dei procedimenti relativi all’affido condiviso, in caso di presunti episodi di abuso sui minori”, in cui “possano essere prodotte consulenze basate sulla dubbia teoria della Sindrome da Alienazione Parentale (Pas)”.
Un grido, quello della società civile, che si è levato per le dichiarazioni di Hunziker davanti a milioni di spettatori, a sostegno di una proposta, quella di Bongiorno, che va a infilarsi in un brutto buco nero di questo Paese: quello dei bambini inascoltati e sottratti alle madri che cercano di separarsi magari da un marito violento, e spesso dichiarate malevoli e alienanti riguardo un minore che, proprio per motivi legati agli abusi, non vuole vedere il genitore violento.
Quello che crea perplessità infatti è che oltre all’ipotesi della prigione per il genitore “alienante” (di solito la madre) con diagnosi fatte da CTU (Consulenza tecniche d’ufficio) redatte da psicologi e psichiatri sulla base una sindrome inesistente, Hunziker e Bongiorno, che insieme hanno creato “Doppia difesa” per tutelare le donne maltrattate, non siano a conoscenza che per la maggior parte questi casi sono connessi a violenza domestica in cui gli offender usano proprio la Pas per contestare le  accuse e chiedere addirittura l’affido dei bambini per ricattare le madri maltrattate.
A chiarire questo punto in maniera esaustiva, è arrivata oggi la parola autorevole della Rete nazionale delle avvocate delle case delle donne e dei centri antiviolenza, che con una lettera intitolata “La Pas non esiste!”* e indirizzata alla presidente della Rai, al direttore di Raitre e a Fazio, hanno precisato come “Nel nostro ordinamento vi sono già strumenti in sede civile e in sede penale idonei a garantire l’esercizio della responsabilità genitoriale ad entrambi i genitori nonché norme civili e penali adeguate a sanzionare comportamenti pregiudizievoli dell’interesse dei figli”, e che “Fattispecie penali come quella oggetto della proposta di legge avanzata da Giulia Bongiorno e Michelle Hunziker sono funzionali solo a veicolare nelle aule giudiziarie strategie punitive nei confronti delle donne che tentano di proteggere sé stesse e i figli dalla violenza maschile”.

“La Pas è utilizzata dai padri maltrattanti nelle aule giudiziarie per screditare le donne che in separazione chiedono protezione per i figli che si rifiutano d’incontrare il padre perché traumatizzati”

Casi che le avvocate dei centri antiviolenza conosco bene e che sorprendentemente sono ignorati dall’avvocata Bongiorno e dalla sua socia Hunziker, che insieme gestiscono proprio un’associazione che dovrebbe proteggere queste donne che subiscono violenza. Per la Rete delle avvocate “L’Italia è tenuta, secondo gli obblighi assunti a livello internazionale con la ratifica dalla Convenzione di Lanzarote nell’ottobre 2012 e con la Convenzione di Istanbul nel 2013, ad adottare tutte le misure necessarie a tutelare le donne e i minori da ogni forma di violenza, compresa la violenza assistita, cioè quella che subiscono i figli presenti alle condotte maltrattanti paterne nei confronti delle madri”, ma che è “proprio quando le autorità applicano tali principi che gli uomini maltrattanti si appellano alla Pas dipingendo le donne come madri malevoli che alienano i figli”.
“Dare spazio a informazioni infondate e visibilità a proposte di legge come quelle pubblicizzate da Giulia Bongiorno e Michelle Hunziker – conclude la Rete – non solo vanno in direzione contraria alla tutela dei diritti dei minori, ma prestano il fianco ad un uso strumentale e antidemocratico del diritto che danneggia i bambini e le bambine e discrimina le donne”.
Per questo, e per il danno che Fazio potrebbe aver procurato dando spazio a una notizia basata su un argomento così delicato e controverso senza aver fatto prima le dovute verifiche, le avvocate dei centri chiedono anche “una la tempestiva rettifica durante la trasmissione Che Tempo che fa sul tema della PAS, con esplicita precisazione che le fonti pubbliche e più autorevoli concordano nel ritenere la Pas scientificamente infondata”, chiedendo anche “che sia dato spazio all’approfondimento competente sul tema della violenza assistita”.

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