Negli Stati Uniti 8 arresti per il repubblicano William-Todd Akin sostenitore del legittimo stupro

Teoria per cui una donna non può rimanere incinta da una violenza perché secerne un liquido che uccide gli spermatozoi

Luisa Betti Dakli
Luisa Betti Dakli
Direttrice di DonnexDiritti Network e International Women



Tra pochi giorni gli Stati Uniti sceglieranno il loro presidente, e c’è chi trema al pensiero che possano vincere i repubblicani di Mitt Romney, soprattutto perché ad avere la peggio sarebbero sicuramente le donne. Giorni fa il candidato repubblicano del Missouri, Todd Akin, ormai diventato celebre per le sua affermazioni sul legittimo stupro per cui una donna non può rimanere incinta da uno stupro perché dovrebbe secernere un liquido che uccide gli spermatozoi in caso di violenza,  ha avuto l’appoggio di un annuncio in cui una donna, che dice di aver abortito dopo essere stata violentata, si è dichiarata contraria all’aborto.

Todd Akin

Kelly, che dice di essere una studentessa, ha dichiarato di votare per Akin, che si oppone all’aborto anche in caso di stupro, affermando: “Sono una donna che ha avuto un aborto. Sono stata violentata in passato”, e pur non specificando se ha interrotto la gravidanza causata dalla violenza, ha dichiarato: “La ragione per cui voto per Todd e che sono davvero orgogliosa di lui perché difende i mai nati”. Un’affermazione sicuramente non priva di fondamento se si va al leggere la vera notizia su

Todd Akin: sostenitore della tesi del legittimo stupro già portata avanti nel ‘88 dal senatore della Pennsylvania Stephen Freind che asseriva che le donne raramente rimangono incinta da uno stupro

si chiama in realtà anche William e che ha cambiato nome col suo secondo nome, Todd appunto, quando ha inziato la sua carriera politica perché ha precedenti penali dovuti proprio a questa strenua difesa dei mai nati. Akin, che aveva detto in maniera orgogliosa di essere stato comunque arrestato una volta per la sua campagna contro l’aborto quando era giovane per aver partecipato a manifestazioni pacifiche, in realtà non solo è stato arrestato per ben 8 volte ma lo è stato in contesti aggressivi e certo non pacifici, dato che si parla di violazione di domicilio e anche di resistenza a pubblico ufficiale, per fatti avvenuti in diverse cliniche mediche in cui si svolgevano interruzioni di gravidanza.

Secondo The Huffington Post, ci sarebbero 4 arresti avvenuti negli anni ’80, a cui si aggiungerebbero altri 4 per un totale di 8 arresti, tutti connessi alla sua crociata antiabortista durante la quale lui e altri attivisti conservatori sarebbero stati arrestati per violazione di domicilio e/o resistenza a publico ufficiale presso cliniche in cui si praticava l’interruzione di gravidanza. In base agli archivi pubblicati da  Post Dispatch, il 15 marzo 1985: “Diciannove manifestanti anti-abortisti che si rifiutavano di lasciare la sala d’attesa di una clinica per aborti nella Central West End, sono stati prelevati da agenti di polizia”, e tra questi anche William-Todd. Gli arresti sarebbero stati, oltre il 15 marzo 1985, anche il 30 marzo 1985, il 7 Aprile 1985 e l’9 maggio 1987, e in una di quelle occasioni, secondo Post Dispatch, la polizia avrebbe dovuto portare fisicamente Akin in un ascensore perché si rifiutava di lasciare i locali. Il 5 aprile 1985,

Akin è stato arrestato quando insieme a 10 manifestanti stava cercando di bloccare le entrate alla Clinica di Granite City

e una dipendente della clinica ha riportato anche che i manifestanti hanno causato danni di lieve entità ma soprattutto coperto di “insulti verbali” le donne che entravano nella clinica. Gli altri arresti resi noti sarebbero invece avvenuti a St. Louis County, nel Missouri: il 26 ottobre 1985, Akin sarebbe stato arrestato per violazione di domicilio e resistenza a pubblico ufficiale; poi il 19 aprile 1985, per violazione di domicilio; il 27 dicembre 1986, per disturbo della quiete pubblica e violazione di domicilio; il 28 febbraio 1987, di nuovo per violazione di domicilio. Le date e le registrazioni arresto sono state fornite a The Huffington Post anche da Josh Glasstetter. E quando il giornale ha contattato il consigliere di Akin, Rick Tyler, la risposta è stata: “No comment”.

 

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