Nella clausola europea più favorite approvata in Francia, l’Italia non c’è

Nelle 14 leggi migliori per l'equilibrio di genere in Europa ci sono molti Paesi eppure mancano quelle italiane

Luisa Betti Dakli
Luisa Betti Dakli
Direttrice di DonnexDiritti Network e International Women



Scorrendo “La clausola dell’Europea più favorita”, il progetto dell’associazione francese Choisir la cause des femmes che ha svolto un lavoro certosino nel 2008 sulle leggi più progressiste esistenti in Europa raccolte in un gruppo di norme giuridiche che regolamentino i diritti specifici delle donne su maternità, vita professionale e familiare, lotta contro la violenza e la parità politica – “Clausola” approvata dal parlamento francese, presentata anche a tutte le istanze europee e diffusa anche in Italia – mi accorgo senza sorpresa che l’Italia non c’è. Insomma mi rendo conto che esistono, ed esistevano, buone leggi sulla tutela e la lotta alla discriminazione e alla violenza in diversi Paese europei, mentre altri, come il nostro, non vengono neanche nominati.

Ieri Giancarlo Giannini, operaio 35enne, ha ucciso nel napoletano la moglie Alessandra Sorrentino, casalinga di 26 anni, a forbiciate in casa mentre i due bambini dormivano; e a San Donato Milanese Francesco Di Graci, 34 anni, ha ucciso a coltellate l’ex compagna, 26 anni, che pur di sottrarsi alla furia del partner si è buttata dal balcone mentre l’uomo appiccava il fuoco alla casa in cui è stato ritrovato carbonizzato. I giornali hanno scritto che in entrambi i casi il movente era “la gelosia di lui nei confronti di lei”, parlando ancora una volta di “raptus” e “delitto passionale”, e cercando di inquadrare questi delitti in un quadro e con moventi che non sono tali, e

descrivendo le vittime e gli ambienti in cui si consumano questi femminicidi come se fossero tante puntate della stessa fiction: un film che purtroppo sparge sangue

Nelle stesse ore la senatrice dell’Italia dei Valori, Giuliana Carlino, commentando il femmicidio di Napoli a colpi di forbiciate, ricordava che “Il dato più drammatico è che ancora si sottovaluta la violenza domestica, mistificata spesso come semplice conflitto coniugale, mentre alla vittima non si fornisce il sostegno adeguato per tutelare la propria incolumità” e sottolineava come le istituzioni non avessero “ancora realizzato gli obiettivi in termini di risorse da destinare ai centri di ascolto e antiviolenza”.

“Qui in Senato è passato un mio ordine del giorno – ha detto Carlino – in cui l’esecutivo si è impegnato a provvedere nel più breve tempo possibile alla firma della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne e la violenza domestica. Adesso mi aspetto che il governo sia conseguente a questo impegno, affinché non resti solo una dichiarazione d’intenti”Nelle 14 leggi de “La clausola dell’Europa più favorita” ci sono la Danimarca per l’educazione alla sessualità fin dalla scuola elementare per i centri di pianificazione familiare incaricati anche di un sito internet che fornisca informazioni didattiche al personale incaricato; quella dei Paesi Bassi per l’accesso diretto, libero e gratuito alla contraccezione, perché qui lo stato assicura l’informazione, la disponibilità e la gratuità per le donne adulte e le minorenni; la Svezia per il rispetto dell’autodeterminazione della donna nel disporre del proprio corpo per cui il limite legale per l’aborto è di 18 settimane (è richiesto un limite minimo di 12), e la pillola abortiva è autorizzata e rimborsata; l’Austria dove la preminenza è data al matrimonio civile (aggiungendo la legge spagnola per il matrimonio omosessuale).

La Spagna con ottenimento del divorzio non subordinato ad una causa o ad un periodo di riflessione e obbligo degli alimenti; il Belgio con contratti aperti agli etero e agli omosessuali e garanti di elevati diritti e per l’iscrizione della parità nella costituzione, comprendendo quella nel Consiglio dei Ministri e nei governi delle regioni e comuni; per il dispositivo che impone la parità assoluta e delle quote in tutte le elezioni e l’irricevibilità delle liste non conformi alla legge; sempre la Svezia per l’alto livello di remunerazione e la larga parte di congedi riservata ai padri, se non utilizzata si perde e per l’abolizione di fatto della prostituzione, la penalizzazione del cliente, l’impunità accordata alle prostitute, la creazione di centri di accoglienza con attenzione particolare alle vittime della tratta, e le campagne di informazione effettuate dai media in relazione a vari ministeri (Salute, Interni etc.).

L’Estonia che stabilisce l’autorità a partire dal vincolo di filiazione (a meno che sia dannoso per la bimba/o), ed esercizio congiunto in caso di separazione e attribuzione giuridica dell’autorità a uno dei genitori e al suo congiunto o concubino qualunque sia il suo orientamento sessuale (Belgio); ancora Spagna con legge integrale contro la violenza di genere, lotta contro gli stereotipi a scuola; misure di protezione d’urgenza e centri di accoglienza per le vittime; formazione degli interlocutori dei servizi pubblici; tribunali specializzati; la Francia con definizione della violenza come crimine, processo a porte chiuse su richiesta della vittima, possibilità per le associazioni di costituirsi parte civile, in aggiunta l’approccio pluridisciplinare della legge spagnola e per il codice del lavoro che riprende le maggiori conquiste sociali e per il suo regime pensionistico fondato sulla logica della solidarietà; la Lituania per le disposizioni presenti sia nel codice del lavoro che nella legge sulla parità tra uomo e donna.

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